L'Economist ci premia, ma gli applausi a Draghi sono fischi ai politici

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L'HuffPost ESTERI

La foga autoassolutoria della politica italiana non smette mai di meravigliare.

La notizia: l’Economist incorona l’Italia di Mario Draghi come paese dell’anno.

Perché la politica italiana deve cominciare a salvarsi da sola

Gli applausi a Draghi sono sonori fischi a una politica vuota di senso e di significato.

Perché la politica italiana non può andare avanti a furia di piccole parentesi felici grazie a qualche salvatore della patria. (L'HuffPost)

La notizia riportata su altri media

Il premio Paese dell’anno arriva in maniera particolare grazie al duro lavoro di Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana a partire da febbraio 2021. (Metropolitan Magazine )

L’Italia, spiega l’Economist, non è il Paese dell’anno per i suoi successi agli europei di calcio o delle sue pop star all’Eurovisione, ma lo è “per la sua politica”. “Per questo è il nostro paese dell’anno”, scrive l’Economist, concludendo con un “auguroni!” in italiano (Imola Oggi)

Il calcio questo monito lo ha già avuto con la mancata qualificazione diretta al mondiale dopo aver vinto l’Europeo L’Italia «ha acquisito un primo ministro competente e rispettato internazionalmente», scelto da una maggioranza ampia che è andata oltre le differenze politiche nel nome delle riforme. (Vanity Fair Italia)

Orgoglio italiano: il settimanale di informazione politico-economico londinese, Economist, incorona l'Italia come Paese dell'anno 2021. L'Economist evidenzia che, dai sondaggi opinionistici più recenti, circa tre quarti degli italiani vogliono che Draghi finisca il suo mandato naturalmente nel 2023. (Elle Decor)

Per il Financial Times l’altra idea di cui si parla tanto, ovvero che Draghi rimanga primo ministro fino al 2023, quando si terranno le prossime elezioni, “è un’illusione”. A quel punto sarebbe tutto in gioco nelle elezioni del 2023, supervisionate dal presidente Draghi” (LA NOTIZIA)

Le ragioni, secondo la rivista, sono da individuare nell’operato di Mario Draghi, un capo di governo “competente e rispettato a livello internazionale”, e nel fatto che per una volta “un’ampia maggioranza di politici ha messo da parte le proprie divergenze per sostenere un programma di riforme profonde”, riferendosi al Piano nazionale di ripresa e resilienza. (TIMgate)