Giacomo Bozzoli, chi è la super-testimone che potrebbe riaprire il processo: la rappresentante di un’azienda austriaca

Le speranze di Giacomo Bozzoli di sollevare da sé il macigno dell'ergastolo portano in Austria, a Brixlegg, meno di tremila abitanti nel distretto di Kufstein, in Tirolo. Portano alla Montanwerke-Brixlegg, specializzata nella lavorazione di metalli. Portano a una rappresentante dell'azienda che, secondo Giacomo, potrebbe assicurare di non avergli mai dato denaro: sarebbe questa donna, mai sentita dai giudici ma presente nelle sentenze, il "testimone austriaco" di cui parla Bozzoli, ancora latitante in Spagna, nella lettera inviata a tre magistrati di Brescia (IL GIORNO)

Se ne è parlato anche su altre testate

Nei prossimi giorni è previsto anche un primo incontro con i familiari nel carcere di Bollate dove il 39enne bresciano è rinchiuso da venerdì. Sarà interrogato in settimana Giacomo Bozzoli in merito alla latitanza durata 11 giorni e conclusa nel contenitore del letto matrimoniale della sua villa a Soiano del lago. (Gazzetta di Parma)

Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo per l’omicidio di suo zio Mario, è stato arrestato grazie a una combinazione di indizi tecnologici e una soffiata alle autorità. L’ex latitante, ora in carcere, sostiene che un testimone austriaco può scagionarlo. (Virgilio Notizie)

Giacomo Bozzoli (Italia Oggi)

Giacomo Bozzoli e la strategia di difesa: dai soldi al testimone. La carta austriaca per evitare l’ergastolo

Bozzoli è stato ritrovato nel cassettone del letto matrimoniale della sua casa a Soiano del lago nel bresciano. Dal carcere di Bollate viene riferito agli inquirenti che Bozzoli sarebbe ancora fortemente sotto choc, provato e quindi incapace in questo momento di affrontare un interrogatorio. (Il Messaggero Veneto)

Il trasferimento lampo di Giacomo Bozzoli dalla scomoda, sovraffollata e tristemente nota prigione cittadina di Canton Mombello al carcere modello di Bollate, in provincia di Milano, sta sollevando un caso mediatico e arrivano le proteste da parte di altri detenuti con tanto di mugugni degli avvocati che, spesso senza riuscirci, cercano di far trasferire in una galera più umana i loro assistiti. (QuiBrescia.it)

L’ultima carta, mai giocata per nove anni e in tre processi. C’è un testimone austriaco che lo scagiona, sostiene. (IL GIORNO)