VIDEO: Open arms, Salvini: "Mia eventuale condanna precedente pericoloso"

"Una eventuale condanna non sarebbe un problema per me ma per l'Italia e lo stato di diritto". Così il segretario leghista Matteo Salvini parlando del processo sulla vicenda Open arms, parlando alla stampa estera. "Sarebbe un precedente pericoloso. Suppongo che il tribunale si prenderà un pò di tempo per decidere e che la sentenza non ci sia il 18 ottobre. Ma presumibilmente entro la fine di ottobre", ha aggiunto. (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altre testate

Lo ha detto il ministro per i Trasporti e vicepremier Matteo Salvini in una conferenza stampa alla Stampa estera. – “Rimarrò in carica qualunque sia la sentenza che mi auguro sia di assoluzione… Se non fosse in primo grado, fortunatamente ci sono altri due gradi. (Agenzia askanews)

Continua la campagna della Lega a sostegno del vicepremier Matteo Salvini imputato nel processo Open Arms nell'ambio del quale è chiamato rispondere di sequestro di persona e rifiuto d'atti... (Virgilio)

"Una eventuale condanna non sarebbe un problema per me o preoccupante per me, sarebbe un enorme problema per l'Italia, per lo Stato di diritto, per il contrasto all'immigrazione clandestina, a livello internazionale sarebbe un precedente pericoloso. (Adnkronos)

I talebani dell'accoglienza spagnola di Open arms chiedono la modica cifra di 380mila dollari. La dimostrazione che la trappola giudiziaria ordita dalla politica è anche una grande abbuffata per incassare non pochi denari. (il Giornale)

Bondeno. Il processo a Matteo Salvini è considerato “un atto di persecuzione politica, perché intende giudicare il segretario federale della Lega per avere difeso i confini nazionali”, nel caso noto di “Open Arms”. (Estense.com)

Signor Ministro, nel video che lei stesso ha diffuso, dopo la richiesta del Pm di 6 anni per “sequestro di persona” nel caso Open Arms, lei sembra ossessionato dai confini. Con la tragedia alla spalle, mette se stesso in primo piano, e presentandosi come “vittima” ruba quel “titolo” alle uniche vere vittime di quella storia. (Adista)