Omicidio Bozzoli, la Cassazione conferma l'ergastolo per il nipote Giacomo

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Poco prima delle 18 il verdetto. Che gli cambia la vita, dopo nove anni di libertà. La prima sezione della Corte di Cassazione — presidente Giuseppe Santalucia — ha confermato, rendendolo definitivo, l’ergastolo a carico di Giacomo Bozzoli: 40 anni il prossimo 19 luglio, è stato condannato in primo, secondo e ora terzo grado per l’omicidio aggravato e la distruzione del corpo dello zio Mario, 52 anni, sparito la sera dell’8 ottobre 2015 dalla fonderia di famiglia, a Marcheno, che gestiva con il fratello e i nipoti. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre fonti

Il trentanovenne, condannato all'ergastolo per aver gettato lo zio in un forno della fonderia di famiglia, è latitante. (il Giornale)

Ha lasciato poche tracce dietro di sé, Mario Bozzoli, il 39enne bresciano condannato ieri, lunedì 1 luglio dalla Suprema Corte di Cassazione, per aver ammazzato lo zio Giacomo, industriale e titolare delle Fonderie Bozzoli di Marcheno (Brescia). (Today.it)

Il decreto di latitanza è stato emesso in serata con la firma del giudice della prima sentenza, il presidente della prima sezione penale del tribunale di Brescia, Roberto Spanò. Dieci giorni sono trascorsi da quando Giacomo Bozzoli pare essere sparito da tutti i radar per entrare nella dimensione della irreperibilità. (IL GIORNO)

Il sindaco: mai visto Bozzoli, confido che si consegnerà presto

Trentanove anni, folti capelli castani tirati indietro e un abbigliamento alla moda: si presenta così Giacomo Bozzoli, l'uomo irreperibile e condannato in via definitiva per l'omicidio e la distruzione del cadavere di suo zio Mario nel forno della fonderia a Marcheno, in provincia di Brescia, l'8 ottobre 2015 (Adnkronos)

L'avvocato Daniele Bocciolini ha spiegato in un'intervista a Fanpage.it perché il 39enne era ancora libero nonostante fosse stato condannato anche nei primi due gradi di giudizio. (Fanpage.it)

"Se non per le foto pubblicate sui giornali, il viso di Giacomo Bozzoli io non l'ho mai visto". Ne è certo Alessandro Spaggiari, sindaco di Soiano del lago, il comune sulla sponda bresciana del Garda in cui risiede il 39enne, condannato ieri in via definitiva per l'omicidio e la distruzione del cadavere di suo zio Mario, ma irreperibile. (ROMA on line)