Germania, dal pareggio di bilancio al ricorso al debito: crolla il mito della locomotiva d'Europa

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ESTERI

Lo «Schwarze Null», il pareggio di bilancio che per anni è stato un dogma della politica economica tedesca, sembra ormai un ricordo lontano. A questo principio, che ha caratterizzato l’era di Wolfgang Schäuble – ministro delle Finanze dal 2009 al 2017 e principale artefice di una politica fiscale rigorosa – i tedeschi avevano dedicato persino opere d’arte, come l’installazione che pende dal soffitto del ministero delle Finanze dell’Assia a Wiesbaden. Un simbolo di disciplina che oggi appare sempre più sfumato, mentre la Germania, storicamente considerata la locomotiva d’Europa, si trova a fare i conti con una realtà economica e politica inedita.

Il voto delle ultime elezioni federali ha consegnato un paese profondamente diviso e frammentato, con un panorama politico che non assomiglia più a quello degli anni in cui i due grandi partiti tradizionali – i Cristiano Democratici (CDU/CSU) e i Socialdemocratici (SPD) – garantivano stabilità e alternanza. L’SPD, infatti, ha toccato il suo minimo storico, fermandosi al 16 per cento dei consensi, mentre la destra populista di AfD ha superato il 20 per cento, consolidando la sua presenza nel panorama politico tedesco. Anche i liberali dell’FDP, altro partito di tradizione, non sono riusciti a superare la soglia del 5 per cento, un risultato che non si verificava dal 2013.

Dall’altra parte, i Cristiano Democratici, pur avendo vinto le elezioni con il 28,5 per cento dei voti, hanno registrato il secondo peggiore risultato della loro storia, segnando un ulteriore indebolimento di un partito che per decenni ha rappresentato il perno della politica tedesca. Questo scenario, caratterizzato da una progressiva erosione dei consensi verso i partiti tradizionali e da una crescita dell’estrema destra, ha reso inevitabile l’ipotesi di una nuova «Grosse Koalition», la grande coalizione tra CDU/CSU e SPD che già in passato ha governato il paese.

Friedrich Merz, neo eletto cancelliere e leader della CDU, ha già avviato i primi colloqui con il leader socialdemocratico Olaf Scholz, con l’obiettivo di formare un governo di coalizione in tempi rapidi. L’intenzione è quella di chiudere le trattative entro Pasqua, cercando di garantire stabilità a un paese che si trova ad affrontare sfide economiche e sociali senza precedenti. Tra queste, il ricorso al debito pubblico, una scelta che segna una netta rottura con il passato e che dimostra come anche la Germania, nonostante la sua tradizionale avversione al deficit, non possa più permettersi di ignorare le pressioni di una crisi economica globale.