Elezioni Usa truccate, bambini castrati e fentanyl legalizzato: ecco la realtà parallela creata da Trump con le fake news

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Il Fatto Quotidiano ESTERI

“To Save Democracy Harris May Need To Steal An Election”. Per salvare la democrazia, Harris potrebbe dover rubare un’elezione. Questo titolo è girato alcuni giorni fa sui social sotto la testata di The Atlantic, una tra le più antiche e prestigiose riviste americane. In realtà, The Atlantic non ha mai pubblicato un pezzo con quel titolo. L’articolo che la rivista ha pubblicato titolava: “Kamala Harris Might Have to Stop the Steal”, con riferimento al ruolo che, da presidente del Senato, la vice di Joe Biden potrebbe giocare al momento del conteggio dei voti, per bloccare il possibile “furto” delle presidenziali da parte dei conservatori. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre testate

“Nel 2024 non siamo preparati come lo eravamo nel 2020 sotto il presidente Trump … Gli avversari stranieri sanno che la disinformazione è a buon mercato. E funziona”. Così riporta il senatore americano Mark Warner, presidente democratico della Commissione Intelligence del Senato. (ISPI)

L'articolo originale è del 2021 e riporta un titolo molto diverso (Open)

«I leader mondiali guardano queste elezioni. Oggi questa contea con il suo elettorato bianco, operaio e cattolico, è un difficile campo di battaglia per la vicepresidente Kamala Harris. (Corriere della Sera)

Harris e Trump tra hacker, spioni e cybersecurity

I protagonisti principali della disinformazione russa, dall'americano Dougan agli influencer finanziati da Russia Today (Open)

NewsGuard, un'autorevole agenzia indipendente specializzata nel monitoraggio della qualità dell'informazione online, ha documentato il fenomeno in modo analitico, sbugiardando il maggior numero delle falsità condivise. (WIRED Italia)

A distanza di otto anni dalle interferenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016, i metodi di alcuni paesi stranieri sono diventati più sofisticati e difficili da rintracciare. Nel 2016 gli hacker russi diffondevano online messaggi divisivi e infiammatori per fomentare l'indignazione, i loro post erano sfacciati e pieni di errori di ortografia e di strane sintassi. (L'HuffPost)