Stellantis, Atessa si elettrifica e Pratola Serra guarda: nuove prospettive cercasi

L’ottimismo equilibrista tra rilancio e contrazione. Lo stabilimento Stellantis di Pratola Serra si appresta a chiudere l’anno con 310mila motori iscritti nel registro della produzione. Lontani, lontanissimi dalla quota del mezzo milione auspicata una manciata di mesi fa. Ma la crisi dell’automotive colpisce, forte e determinata. In fondo le scosse telluriche all’industria dell’auto non hanno smosso più di tanto la fabbrica irpina, la missione produttiva messa a punto dal fu Ceo Carlos Tavares va per la sua strada, su quattro ruote. (Orticalab)

La notizia riportata su altre testate

Stellantis ha presentato al Mimit il piano di investimenti per potenziare la produzione di auto in Italia. «Tutti gli stabilimenti italiani rimarranno attivi e già dal 2026 la capacità produttiva crescerà grazie ai nuovi modelli», ha spiegato Jean-Philippe Imparato, capo di Stellantis in Europa al ministro Adolfo Urso. (Corriere della Sera)

Il giorno dopo la trattativa al ministero con Urso i sindacati chiedono certezze sulla situazione Stellantis. Landini: incognite e provvisorietà. Uno studio della Fiom fa il punto sul futuro dell’automotive Minuti per la lettura (Quotidiano del Sud)

Accompagnate dalle note del brano "Si può fare" di Angelo Branduardi, le immagini dello spot si susseguono a un ritmo incalzante, mettendo in luce il viaggio che i marchi Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Maserati hanno intrapreso oltre cento anni fa, intrecciando le loro storie industriali con quella del nostro Paese. (la Repubblica)

Stellantis: fermezza, coerenza e determinazione del Governo

Il triste precedente di "Fabbrica Italia" (Il Fatto Quotidiano)

Grosso risultato ottenuto dal Ministero del Made in Italy che ha spinto esattamente in questa direzione. "Da stasera sulle principali emittenti televisive italiane andrà in onda uno spot che evidenzia l'impegno di marchi del gruppo Stellantis, come Fiat, Alfa Romeo e Maserati, a produrre sul nostro territorio nazionale. (Secolo d'Italia)

Su queste colonne, nel mese di settembre scorso ci soffermammo, non senza soddisfazione, sulla ferma ed inequivocabile posizione del ministro dello Sviluppo Economico e del Made in Italy, Adolfo Urso, nei confronti del Gruppo Automobilistico (ex Fiat) Stellantis, che ritardava senza motivo l’inizio dei lavori, già concordati con il governo italiano un anno prima, per la riconversione industriale dello stabilimento ex Fiat di Termoli (in Molise) ove doveva nascere il più grande stabilimento italiano del cosiddetto progetto “Cigafqctory”. (ROMA on line)