Neonato morto a Bari, indagini sulla culla termica

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INTERNO

Il 2 gennaio, nella parrocchia di San Giovanni Battista a Poggiofranco, Bari, è stato trovato un neonato morto nella culla termica, un dispositivo che avrebbe dovuto garantire la sua sopravvivenza. La scoperta è stata fatta da un portiere, uno dei primi a entrare nella stanza che ospitava la culla, il quale ha raccontato che nulla funzionava e che faceva freddo. Il bambino, cianotico, giaceva nella culla spenta.

Due testimoni hanno confermato che la culla termica non funzionava correttamente. Uno di loro, già ascoltato dalla polizia, ha riferito che il dispositivo era spento e che la temperatura nella stanza era bassa. L'altro testimone, una donna delle pulizie, dovrà essere identificata e sentita dagli inquirenti.

La Procura di Bari ha aperto un'inchiesta per fare luce sulle cause del decesso e sul funzionamento della culla termica. Teresa Longoni, presidente del centro "Culle per la Vita", ha sottolineato le criticità di questi dispositivi e la necessità di una regolamentazione adeguata. Le indagini si concentrano anche sul cellulare del parroco e sulle impronte digitali trovate sulla culla, mentre si cerca di risalire all'identità del neonato, di circa un mese.

Davanti alla chiesa, accanto ai sigilli, qualcuno ha deposto un fiore bianco e un piccolo peluche, simboli del dolore e della commozione che questa vicenda ha suscitato nella comunità locale.