E' morto Riccardo Bonacina, maestro del giornalismo sociale
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E' morto questa mattina Riccardo Bonacina, giornalista e conduttore radiofonico e televisivo, fondatore del settimanale Vita, dedicato a volontariato e terzo settore. Aveva 70 anni. Lecchese, inizia la sua carriera in Fininvest, dove aveva contribuito alla creazione del primo telegiornale del gruppo, Studio Aperto. Nel 1991 passa alla Rai, dove crea il programma Il coraggio di vivere, trasmesso su RaiDue, dedicato alle tematiche sociali e al volontariato. (TGR Lombardia)
Ne parlano anche altri media
Dopo 70 anni, buona parte della rete idrica principale della parte bassa ed una porzione della parte alta a servizio della città di Frosinone sarà rinnovata con i fondi del Pnrr. Il progetto fa riferimento all’intervento integrato per l’efficientamento delle reti di distribuzione di alcuni comuni dell’ambito territoriale ottimale n. (Frosinone News)
Si è spento questa mattina Riccardo Bonacina, 70 anni, fondatore del periodico Vita. Poi la Rai, dove creò la testata giornalistica televisiva Il coraggio di vivere, incentrata sul volontariato e sulle emergenze sociali. (La Provincia Unica TV)
Nato a Lecco il 15 agosto del 1954, dopo la laurea in Letteratura italiana all’Università di Milano è stato caporedattore delle news in Fininvest. È morto a 70 anni, per una malattia, Riccardo Bonacina: fondatore nel 1994 del settimanale «Vita», era considerato un pioniere del giornalismo sociale. (Corriere Milano)
Dopo l’esperienza in Fininvest e in Rai, nel 1994 Riccardo fonda VITA, che allora in molti definirono “L’Espresso del sociale”. Il primo numero uscì il 27 ottobre 1994. Un giornale quasi clandestino, certamente ribelle nato da «un moto di rabbia», come amava ricordare, di fronte al fatto che nella dieta mediatica di allora i temi del sociale e dell’impegno civile erano considerati ancillari: buone azioni di buona gente, ma che in fondo contavano poco. (Vita)
Frosinone – Succede al Distretto B sito in viale Mazzini: c’è l’assenza completa di un punto d’informazione per gli utenti bisognosi, i quali, non essendoci personale preposto a dare le necessarie informazioni sui luoghi in cui vengono fornite le prestazioni sanitarie prescritte, sono costretti a girovagare in ogni dove, sperando di trovare qualche animo gentile che li possa aiutare nella ricerca. (Frosinone News)