La Cina reagisce ai dazi Ue: tasse su alcol, carne e supercar

TORINO — La Cina mette nel mirino il brandy europeo e la Francia come risposta immediata ai dazi definitivi contro le auto elettriche prodotte nel Paese del Dragone. La prima ritorsione commerciale di Pechino colpisce i distillati: il ministero del Commercio della Repubblica Popolare ha deciso imposte extra provvisorie che vanno dal 30,6% al 39% con l’obbligo di deposito cauzionale alla dogana a partire da venerdì. (la Repubblica)

Su altre fonti

Pechino aveva avvertito l’Ue che avrebbe risposto con “tutte le misure necessarie” e lo sta facendo. (Nicola Porro)

Con l’approvazione definitiva dei dazi per le auto elettriche cinesi importate in Europa (qui la notizia), ci si aspetta ora la risposta di Pechino. La Cina starebbe infatti valutando di aumentare le tariffe per i veicoli di grossa cilindrata, per “salvaguardare i diritti delle aziende cinesi”, come ha annunciato ieri il ministero del Commercio. (AlVolante)

Il tempo stringe visto che, come sappiamo, entro fine mese il testo definitivo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Si raggiungerà un accordo? Poco tempo fa era emerso che la Cina aveva proposto una sorta di impegno da parte delle sue casa automobilistiche a vendere i veicoli nell'UE a prezzi superiori ad un certo livello minimo. (HDmotori)

Dazi, la Cina risponde mettendo in ginocchio il brandy europeo

Il ministero del Commercio cinese ha annunciato che dall’11 ottobre imporrà dazi anti-dumping sulle importazioni di brandy dall’Unione europea, in quella che appare come una chiara ritorsione dopo la decisione di Bruxelles di imporre tariffe sui veicoli elettrici made in China. (LA NOTIZIA)

Le tariffe colpiranno principalmente i produttori francesi, inclusi i quattro maggiori di cognac al mondo: Hennessy, Martell, Courvoisier (Campari) e Remy Martin, destinatari di aliquote, rispettivamente, al 39%, al 30,6%, al 34,8% e al 38,1%; per tutti gli altri player del comparto è al 34,8%. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il gigante asiatico non ha perso tempo in quella che ha tutto il sapore di una ritorsione a soli quattro giorni di distanza dai dazi annunciati dall'Ue sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi. (il Giornale)