Dazi europei contro auto tedesche

- La Commissione europea ha recentemente deciso di proteggere il mercato automobilistico dell'Unione Europea da una concorrenza sleale, proveniente principalmente dalle marche cinesi che, grazie a sussidi e aiuti di Stato, riescono a vendere a prezzi estremamente competitivi. Questa decisione, sebbene mirata a salvaguardare l'industria automobilistica europea, ha suscitato non poche polemiche, soprattutto in Germania, uno dei principali produttori di automobili all'interno dell'UE.

La proposta cinese di stabilire un prezzo minimo di 30.000 euro per le auto elettriche vendute nell'UE è stata rifiutata da Bruxelles, che ha preferito procedere con l'applicazione di dazi definitivi. Questa scelta, sebbene comprensibile dal punto di vista della protezione del mercato interno, pone l'Unione Europea in una posizione delicata. Infatti, come sottolineato dal professor Gianmarco Ottaviano dell'Università Bocconi, l'UE dipende in larga misura dalle tecnologie cinesi per raggiungere gli obiettivi di elettrificazione prefissati per il 2030.

La situazione si complica ulteriormente con la risposta commerciale della Cina, che ha deciso di imporre dazi sull'importazione del brandy europeo. Questo scambio di misure protezionistiche rischia di innescare una spirale di ritorsioni commerciali, con effetti potenzialmente dannosi per entrambe le economie.

In questo contesto, la Germania si trova in una posizione particolarmente vulnerabile.

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