Berlino alza un muro contro Unicredit. In Europa inizia la guerra delle banche

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
il Giornale ECONOMIA

Si alza ai livelli più alti lo scontro sull'affare Unicredit-Commerzbank. Mentre ieri l'istituto italiano guidato da Andrea Orcel annunciava di avere elevato al 21% la propria quota nel capitale della banca tedesca, grazie a «strumenti finanziari aventi a oggetto una partecipazione pari all'11,5% nel capitale sociale» di Commerzbank, da New York il cancelliere Olaf Scholz lanciava una sorta di anatema contro «le acquisizioni ostili e i metodi sgarbati nel settore delle banche», precisando che «il governo federale è contrario a scalate annunciate senza alcuna consultazione» con le autorità deputate; soprattutto se il soggetto «aggredito è una banca la cui strategia è orientata all'indipendenza». (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri media

Lo ha affermato il Ministero della Salute libanese, come riporta Al Jazeera. . (Tuttosport)

Ieri un’altra giornata di polemiche al calor bianco. Spalleggiato dai sindacati ma anche dal vicepresidente e sindacalista della banca di Francoforte, Uwe Tschaege, che non ha usato mezze parole contro Unicredit, parlando di fronte alla sede centrale dell’Istituto: “Non lo vogliamo”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Le fusioni "potrebbero rendere le banche più resilienti agli shock grazie alla maggiore diversificazione degli asset. Lo ha detto una portavoce della Commissione Ue, precisando che l'esecutivo Ue "non commenta i singoli casi di consolidamento" come Commerz-Unicredit (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Da lunedì pomeriggio, vale a dire da quando Olaf Scholz è entrato a gamba tesa sull’operazione Unicredit-CommerzBank, parlando di “attacchi non amichevoli” e “acquisizioni ostili”, tra Milano, Francoforte e Bruxelles serpeggia un certo imbarazzo. (FIRSTonline)

Il cancelliere, messo a nudo dagli alleati e dai sindacati, ha bollato la scalata di Unicredit come “un atto ostile“. (Nicola Porro)

Dopo la chiusura ieri del cancelliere Olaf Scholz («Acquisizioni ostili non positive per le banche») oggi è il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, a gettare di nuovo la palla nella metà campo degli oppositori al takeover. (Corriere della Sera)