Crisi mais, sos mangimi «Allevamenti a rischio»
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«Misure urgenti per gestire la carenza di materie prime».
A lanciare l'appello a livello nazionale è Michele Liverini, presidente reggente di «Assalzoo», l'associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici.
Una filiera particolarmente significativa anche per il Sannio con in testa, proprio, la Liverini Spa, realtà imprenditoriale operativa a Telese Terme da 53 anni e. (ilmattino.it)
Ne parlano anche altre fonti
Un errore imperdonabile che è possibile recuperare poiché ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per raggiungere in Italia l’autosufficienza alimentare” “E’ stata notificata a Bruxelles una decisione che compromette il mercato unico – spiega Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo – e mina le fondamenta stesse dell’Unione Europea. (TargatoCn.it)
ilmamilio.it. La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani che si trovano a fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale a causa dell'esplosione dei costi dei mangimi e del blocco alle esportazioni di mais dall'Ucraina ed anche dall'Ungheria, con una decisione unilaterale di Budapest che compromette il mercato unico europeo e mina le fondamenta stesse dell'Unione Europea. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)
Una situazione che implica un taglio "fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti pugliesi". Per gli allevamenti pugliesi la guerra in Ucraina sta significando "la peggior crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale". (BariToday)
«E’ a rischio il futuro della fattoria italiana se non vengono riconosciuti i giusto compensi che tengano conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi» afferma Prandini nel sottolineare che è «una crisi che colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire un settore che complessivamente tra latte, carne e uova genera un giro d’affari di circa 40 miliardi di euro ed è ai primi posti nel mondo per qualità e sostenibilità (IlPiacenza)
Questo può anche significare scelta drastiche come dover abbattere capi di bestiame perché non c’è mangime sufficiente». I costi di produzione già saliti oltre le soglie di guardia sono aumentati ulteriormente raggiungendo per alcuni prodotti valori che vanno dal 170% (concimi) all’80% (energia) e del 50% (i mangimi). (ilgazzettino.it)
Già ad oggi la Russia controlla circa il 29% delle esportazioni mondiali di grano tenero per la panificazione, il 19% del commercio del mais destinato all’alimentazione degli animali negli allevamenti. (La Nuova Provincia - Asti)