Guerra Russia-Ucraina, ripercussioni anche sul mais. L’allarme di Assalzoo: “Rischio di dover…
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Per l’alimentazione animale occorrono circa 9 milioni di tonnellate di mais a fronte di una produzione italiana di scarsi 6 milioni di tonnellate.
Assalzoo chiede pertanto “l’adozione di misure urgenti per gestire l’emergenza, favorendo l’import di mais per scongiurare il profilarsi di una vera e propria debacle della zootecnia nazionale”.
È necessario coltivare in Italia almeno 300mila ettari in più per soddisfare la domanda della zootecnia nazionale
Il conflitto sta avendo pesanti ripercussioni sul mercato delle materie prime agricole, in particolare del mais, coinvolgendo l’intera Europa dell’Est che sta bloccando le esportazioni. (Il Fatto Quotidiano)
Ne parlano anche altri media
(attualità) -La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani. ilmamilio.it. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)
A lanciare l'appello a livello nazionale è Michele Liverini, presidente reggente di «Assalzoo», l'associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici. «Misure urgenti per gestire la carenza di materie prime». (ilmattino.it)
Scelte urgenti che rendano l’Italia e l’Europa autosufficienti dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime e di conseguenza del cibo» Questo può anche significare scelta drastiche come dover abbattere capi di bestiame perché non c’è mangime sufficiente». (ilgazzettino.it)
Per gli allevamenti pugliesi la guerra in Ucraina sta significando "la peggior crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale". Una situazione che implica un taglio "fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti pugliesi". (BariToday)
“Un errore imperdonabile che è possibile recuperare poiché ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per raggiungere in Italia l’autosufficienza alimentare “L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili – continuano Reggio e Furia -. (La Nuova Provincia - Asti)
Un errore imperdonabile che è possibile recuperare poiché ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per raggiungere in Italia l’autosufficienza alimentare” Serve un opportuno intervento della Commissione europea per fermare un comportamento assurdo ed assicurare il regolare funzionamento del mercato unico”. (TargatoCn.it)