Esplosione dei costi dei mangimi: «Calano del 10% le razioni di cibo per mucche, maiali e polli»
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«E’ a rischio il futuro della fattoria italiana se non vengono riconosciuti i giusto compensi che tengano conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi» afferma Prandini nel sottolineare che è «una crisi che colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire un settore che complessivamente tra latte, carne e uova genera un giro d’affari di circa 40 miliardi di euro ed è ai primi posti nel mondo per qualità e sostenibilità
«La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani che si trovano a fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale a causa dell’esplosione dei costi dei mangimi e del blocco alle esportazioni di mais dall’Ucraina ed anche dall’Ungheria, con una decisione unilaterale di Budapest che compromette il mercato unico europeo e mina le fondamenta stesse dell’Unione Europea». (IlPiacenza)
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«Il settore - rimarca Andrea Lugo, presidente dell’Associazione allevatori Fvg - era già in forte difficoltà a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Scelte urgenti che rendano l’Italia e l’Europa autosufficienti dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime e di conseguenza del cibo» (ilgazzettino.it)
Un errore imperdonabile che è possibile recuperare poiché ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per raggiungere in Italia l’autosufficienza alimentare” “E’ stata notificata a Bruxelles una decisione che compromette il mercato unico – spiega Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo – e mina le fondamenta stesse dell’Unione Europea. (TargatoCn.it)
Il testo completo di questo contenuto a pagamento è disponibile agli utenti abbonati A lanciare l'appello a livello nazionale è Michele Liverini, presidente reggente di «Assalzoo», l'associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici. (ilmattino.it)
La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani che si trovano a fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale a causa dell'esplosione dei costi dei mangimi e del blocco alle esportazioni di mais dall'Ucraina ed anche dall'Ungheria, con una decisione unilaterale di Budapest che compromette il mercato unico europeo e mina le fondamenta stesse dell'Unione Europea. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)
Una situazione che implica un taglio "fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti pugliesi". Per gli allevamenti pugliesi la guerra in Ucraina sta significando "la peggior crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale". (BariToday)
“L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili – continuano Reggio e Furia -. (La Nuova Provincia - Asti)