Santanchè e Nordio nel mirino delle opposizioni: governo sotto pressione sulle mozioni di sfiducia
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Da una parte c’è Daniela Santanchè, la ministra del Turismo finita nel mirino delle opposizioni e la cui posizione si è fatta sempre più critica anche all’interno della maggioranza. Dall’altra Carlo Nordio, il ministro della Giustizia che è costretto a difendersi dalla mozione di sfiducia presentata dall’opposizione sul caso Almasri. Domani sarà, almeno in parte, il giorno della verità in Parlamento (LA NOTIZIA)
Ne parlano anche altri giornali
(Adnkronos) – Opposizioni compatte oggi alla Camera per il doppio appuntamento con la sfiducia. Per un ‘verdetto’ su Nordio, salvo clamorosi (e inattesi) cambiamenti dell’ordine del giorno, questa settimana non se ne farà nulla. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Doppia mozione di sfiducia alla Camera per i ministri del governo Meloni. La maggioranza alla prova dell’Aula nel pomeriggio, quando si vota la mozione relativa al caso della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, rinviata a giudizio a Milano per falso in bilancio nell’indagine sulla società della galassia Visibilia. (LAPRESSE)
Doppia mozione di sfiducia alla Camera, con la maggioranza alla prova dell’Aula nel pomeriggio, quando si voterà sul destino della ministra del Turismo Daniela Santanchè, mentre al mattino è fissata la discussione generale sulla mozione contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio, firmata da Pd, M5s, Avs, Iv e +Europa in riferimento alla vicenda Almasri. (Il Fatto Quotidiano)
Alla Camera va in scena la discussione sulla doppia mozione di sfiducia per i ministri Nordio e Santanché. Per entrambi l'opposizione preme e chiede le dimissioni. (Il Giornale d'Italia)
In aula, oltre a Nordio, c’è anche il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi. (La Stampa)
"L'esito numerico della mozione è scontato. Noi voteremo, ma non abbiamo sottoscritto la mozione di sfiducia alla Santanchè, perché riteniamo che si sarebbe dovuta dimettere da tempo, per motivi di conflitto di interesse e di grave incapacità. (Il Sole 24 ORE)