Prima viene la libertà, poi discutiamo di metodi

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La Stampa INTERNO

Deve essere chiaro che nessun obiettivo oggi per il nostro Paese, per la nostra politica, venga prima della libertà immediata di Cecilia Sala. Che qualsiasi mezzo lecito vada utilizzato senza indugi ed esitazioni per il raggiungimento di questo fine. Che tutti gli italiani, di tutte le tendenze e convinzioni, possano e debbano legittimamente e spontaneamente riconoscers… (La Stampa)

Su altre fonti

Sono 384 ore che Cecilia Sala è rinchiusa in una cella in regime di isolamento nel carcere di Evin. E sono 384 ore che la madre, il padre e il compagno la stanno aspettando a casa, domandandosi: che cosa possiamo fare da qui? «La situazione di nostra figlia, Cecilia, chiusa in una prigione di Teheran, è complicata e molto preoccupante», hanno scritto ieri i genitori in una nota. (Corriere della Sera)

«Cecilia è un’eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini». Che cosa voleva dire Elisabetta Vernoni, all’uscita da Palazzo Chigi? La madre di Cecilia Sala aveva appena rivelato di avere sentito parole confortanti da Giorgia Meloni - «La premier ha fatto un salto di qualità rispetto alle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre. (Corriere della Sera)

i lettori del suo giornale hanno appreso ieri che io farei parte di «un esercito di saltimbanchi che «fa numeri da circo» e che è intento a «svacanzare» a Cortina. Rispetto ai toni del passato queste espressioni che La Verità mi rivolge oggi sono quasi lusinghiere (ricorda come mi avete trattato per Open? O per Consip? O per altre indagini? Sono lieto di ricordarle che le vicende che mi riguardavano si sono chiuse tutte con assoluzioni o proscioglimenti), ma avverto tuttavia il bisogno di puntualizzare alcune cose. (Matteo Renzi)

Iran, diplomazia degli ostaggi

Si potrebbe dire che è il vero obiettivo di Teheran: creare… Si tratta, anzi, del riflesso più significativo a causa delle sue conseguenze potenziali. (la Repubblica)

Cecilia Sala, Roberto Vannacci: "Conosceva i rischi dell'andare in Iran" (La Stampa)

E’ la cosiddetta “diplomazia degli ostaggi” che in passato ha permesso all’Iran, in un contesto di sanzioni economiche e isolamento diplomatico, di usare i prigionieri come leva per ottenere favori o la liberazione di iraniani detenuti all’estero. (L'Unione Sarda.it)