Samarate, opificio sequestrato. Dipendenti cinesi lavoravano e dormivano nel capannone: «Sfruttamento e ospitalità di manodopera clandestina»
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Lavoravano e dormivano in un capannone industriale abusivo dove venivano realizzati capi di moda del valore di centinaia di euro in assenza di qualsivoglia misure di sicurezza. Addirittura durante il blitz della guardia di Finanza a Samarate, in provincia di Varese, sono stati trovati lavoratori di origine cinese che dormivano e che mangiavano nel retro dell’opificio; alcuni dei lavoratori avevano con sé anche i figli minori. (Corriere Milano)
Ne parlano anche altri giornali
Centinaia di capi griffati realizzati da lavoratori cinesi sfruttati da loro connazionali venivano pagati 8 euro l’uno e rivenduti a cifre che andavano dai 400 ai 700 euro nella boutique del centro di Milano del marchio Pierre Louis Mascia. (La Repubblica)
Varese, sequestrato opificio industriale con dormitori abusivi 04 novembre 2024 (Il Sole 24 ORE)
A cura di Ilaria Quattrone Nella giornata di oggi, lunedì 4 novembre, è stato sequestrato un altro laboratorio cinese in Lombardia: l'opificio produceva capi di alta moda e si trovava a Samarate, comune che si trova in provincia di Varese (Fanpage.it)
Un caso che ha colpito anche per un altro elemento: all’interno dello stabile vivevano, nelle stanze ricavate abusivamente, anche alcuni bambini e ragazzini, in condizioni indegne. (varesenews.it)
I capi d'abbigliamento erano realizzati grazie a manodopera pagata 8 euro l'ora. L'edificio fatiscente e sprovvisto di ogni permesso o certificazione, a cominciare da quella anti-incendio, e' stato scoperto dai militari della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Varese a Samarate (Varese). (Tiscali Notizie)
Le forze dell'ordine hanno trovato nel retro dell'opificio spazi dove lavoratori di origine cinese dormivano e mangiavano; alcuni avevano con sé anche i figli minori. Le immagini del blitz delle fiamme gialle nel capannone industriale abusivo a Varese dove venivano realizzati capi di alta moda del valore di centinaia di euro a fronte di paghe talvolta misere e senza misure di sicurezza. (Corriere TV)