COP29: intesa raggiunta, ma per i Paesi più poveri è una beffa
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Redazione Modifica articolo 09.49 ATF Erano passate da poco le due e trenta del mattino quando il martelletto del presidente della COP29, Mukthar Babayev, batte il colpo definitivo. La Conferenza era finita, e quasi 200 Paesi, a quel punto, hanno trovato l’accordo sulla partita più difficile: c’è un nuovo obiettivo per la finanza climatica. Arrivano gli applausi ma c’è amarezza tra i Paesi del sud del mondo e non solo. (Culture)
Su altre fonti
L’incontro internazionale, che ha riunito i principali leader mondiali per discutere azioni concrete contro il cambiamento climatico, è stata l’occasione per la delegazione dell’Unistrapg, per promuovere un modello integrato tra scienze e discipline umanistiche, con l’obiettivo di analizzare e gestire le sfide globali. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
A Baku la COP29 sul clima si conclude con un accordo per molti versi analogo a quello della COP28 di Dubai: se la diplomazia del clima dimostra di poter ancora avere un ruolo, il risultato delle trattative si rivela ancora una volta largamente insufficiente rispetto all’allarme lanciato dalla comunità scientifica e all’urgenza di affrontare con determinazione l’emergenza climatica. (EconomiaCircolare.com)
Delusione dei “paesi poveri” – i più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico prodotto prevalentemente dai “paesi ricchi” – che chiedono “compensazioni” proprio per fronteggiare i danni con una “finanza climatica” sostenibile per evitare la “sconfitta di tutti”. (GLI STATI GENERALI)
Dopo più di due settimane di discussioni e negoziati protratti fino a tarda notte, è stato definito un impegno collettivo che prevede il trasferimento di 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 dai paesi più ricchi a quelli più poveri. (Meteo Giornale)
Una dichiarazione potente che ha echeggiato nella consapevolezza collettiva, specialmente alla luce delle proiezioni dell’osservatorio europeo Copernicus, secondo cui il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, il primo a sfiorare il limite di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. (Avvenire)
Ancora una volta, i Paesi più responsabili per la crisi climatica ci hanno deluso. Noi lasciamo Baku senza un obiettivo globale di finanza climatica ambizioso, senza piani concreti per limitare l'aumento della temperatura globale di 1,5 gradi, e senza il sostegno complessivo disperatamente necessario per l'adattamento e per le perdite e i danni. (Tiscali Notizie)