La Conferenza delle Parti (COP) è l’organo decisionale della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). Si tratta di un incontro annuale in cui i rappresentanti di quasi tutti i Paesi del mondo si riuniscono per negoziare e fare progressi sulla lotta al cambiamento climatico. La COP rappresenta un momento cruciale per definire politiche globali, stabilire obiettivi di riduzione delle emissioni e mettere in atto strategie per la transizione energetica, la giustizia climatica e…
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«Il pianeta brucia»: con questa frase emblematica, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres inaugurò la Cop 28 a Dubai. Una dichiarazione potente che ha echeggiato nella consapevolezza collettiva, specialmente alla luce delle proiezioni dell’osservatorio europeo Copernicus, secondo cui il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, il primo a sfiorare il limite di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.
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Bruxelles – Come già accaduto in passato, anche la 29esima edizione della Conferenza delle Nazioni unite sul clima (Cop29) che si è tenuta nella capitale dell’Azerbaigian si è conclusa con un accordo raggiunto alla venticinquessima ora. Che salomonicamente scontenta (quasi) tutti, e sul quale ci sono state feroci recriminazioni tra i delegati delle varie nazioni. Il fondo per la compensazione e per la transizione energetica nei Paesi in via di sviluppo, che costituisce il…
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Dopo due settimane di negoziati, alla Cop29 di Baku passa l'accordo sull'aumento degli aiuti climatici ai paesi in via di sviluppo. Dai 100 miliardi di dollari all'anno attuali, previsti dall'Accordo di Parigi, si arriverà gradualmente a 300 miliardi all'anno nel 2035. A Baku viene approvato anche il mercato internazionale del carbonio, che permetterà agli stati di investire in progetti di decarbonizzazione all'estero.
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Nel corso di intensi negoziati della COP29 di Baku, in Azerbaijan, quasi 200 nazioni hanno raggiunto un nuovo accordo globale per affrontare gli impatti della crisi climatica. Dopo più di due settimane di discussioni e negoziati protratti fino a tarda notte, è stato definito un impegno collettivo che prevede il trasferimento di 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 dai paesi più ricchi a quelli più poveri.
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"Il gruppo dei Paesi meno sviluppati è oltraggiato e profondamente ferito dal risultato della Cop29. Ancora una volta, i Paesi più responsabili per la crisi climatica ci hanno deluso. Noi lasciamo Baku senza un obiettivo globale di finanza climatica ambizioso, senza piani concreti per limitare l'aumento della temperatura globale di 1,5 gradi, e senza il sostegno complessivo disperatamente necessario per l'adattamento e per le perdite e i danni.
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"Anche quest'anno, alla Cop29 di Baku l'Arabia Saudita (con l'aiuto della Russia) è riuscita a bloccare qualsiasi impegno ad accelerare la decarbonizzazione. Lo fa da anni, ma stavolta è stata molto più 'cattiva'". Lo ha dichiarato all'ANSA Jacopo Bencini, del think tank sul clima Italian Climate Network. "Da tutti i testi approvati dalla conferenza sono sparite le parole 'combustibili fossili' - ha spiegato l'esperto -.
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L'uscita degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi farà mancare circa il 10% dei 300 miliardi di dollari all'anno di aiuti per il clima ai paesi in via di sviluppo decisi alla Cop219 di Baku. E' la stima che fa Eleonora Cogo, esperta di finanza climatica del think tank Ecco. "Gli Stati Uniti non sono mai stati grandi contributori della finanza climatica - spiega Cogo. I maggiori contributi sono sempre venuti da Europa e Giappone
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A Baku la COP29 sul clima si conclude con un accordo per molti versi analogo a quello della COP28 di Dubai: se la diplomazia del clima dimostra di poter ancora avere un ruolo, il risultato delle trattative si rivela ancora una volta largamente insufficiente rispetto all’allarme lanciato dalla comunità scientifica e all’urgenza di affrontare con determinazione l’emergenza climatica. Un altro elemento di continuità è il peso preponderante dell’industria delle fossili, che anche quest’anno ha avuto la possibilità di…
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COP29, colloqui si concludono con accordo: 300 miliardi di dollari in 10 anni L'impegno delle nazioni ricche nei confronti dei paesi in via di sviluppo I negoziatori del vertice sul clima delle Nazioni Unite di quest'anno, noto come COP29, hanno raggiunto un accordo ieri mattina per aiutare i paesi in via di sviluppo ad adottare un'energia più pulita e a far fronte agli effetti del cambiamento climatico
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Cop 29 “oltre” Baku ha molta strada da fare per obiettivi più ambiziosi e inclusivi: speranze deluse dopo trattative dure tra “paesi ricchi” e “paesi poveri” su soglie finanziarie degli aiuti e “mercati del carbonio”. Delusione dei “paesi poveri” – i più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico prodotto prevalentemente dai “paesi ricchi” – che chiedono “compensazioni” proprio per fronteggiare i danni con una “finanza climatica” sostenibile per evitare la “sconfitta di…
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Cop29: triplicano le sovvenzioni e i prestiti ma non c’è l’accordo sui risultati del Bilancio globale dello scorso anno. Mazzoncini (A2A): “Nessuna stangata sulle bollette ma non caleranno. La siderurgia italiana rischia di perdere il primato di produttività in Ue. La rassegna Energia L’accordo della COP29 scontenta tutti. Gli Stati più avanzati contribuiranno con 300 miliardi…
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La 29esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è finita con un numero: 300 miliardi l’anno. A tanto ammonta l’obbligo per i Paesi ricchi di finanziare la transizione energetica e l’adattamento ai cambiamenti climatici dei Paesi in via di sviluppo fino al 2035. Il documento prevede che il contributo dei Paesi più ricchi provenga dai loro fondi pubblici, integrati da investimenti privati che mobilitano o garantiscono, o da “fonti…
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Redazione Modifica articolo 09.49 ATF Erano passate da poco le due e trenta del mattino quando il martelletto del presidente della COP29, Mukthar Babayev, batte il colpo definitivo. La Conferenza era finita, e quasi 200 Paesi, a quel punto, hanno trovato l’accordo sulla partita più difficile: c’è un nuovo obiettivo per la finanza climatica. Arrivano gli applausi ma c’è amarezza tra i Paesi del sud del mondo e non solo.
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All'indomani della chiusura della Cop29 di Baku i paesi fanno un bilancio dei risultati e gli umori sono contrastanti. Dopo due settimane di negoziati è passato l'accordo sull'aumento degli aiuti climatici ai paesi in via di sviluppo che triplica gli aiuti previsti dall'Accordo di Parigi: da 100 miliardi di dollari all'anno a 300. Ma a quest'ultima cifra si arriverà solo nel 2035, mentre gli stati emergenti e in via di sviluppo del G77+Cina chiedevano 1.300 miliardi di dollari all'anno subito.
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A tal proposito, resta centrale il discorso fra chi inquina e chi, invece, subisce i danni di questo inquinamento. La voce del cosiddetto sud del mondo, che secondo logica pretende di essere compensato per le emissioni altrui, è riuscita a farsi sentire abbastanza a questo giro? «Del fondo si è parlato di più rispetto alle precedenti edizioni e sembra si sia arrivati a una soluzione, nonostante ci sia ancora molto divario tra le richieste dei Paesi del sud del mondo e ciò a…
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L'UNICEF è pronto a lavorare con i Governi, i partner e il settore privato per assicurare che il nuovo obiettivo di 300 miliardi di dollari di finanziamenti per il clima concordato oggi alla COP29 sia raggiunto e che sia seguito da un'azione concreta per il clima - azione di cui i 2,4 miliardi di bambini del mondo hanno disperatamente bisogno per proteggere i loro diritti, le loro vite e il loro futuro.
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Carlo Nicolato 25 novembre 2024 Il Cop29 è un fallimento perché l’idea stessa di contrastare il cambiamento climatico è un fallimento, Greta Thunberg se ne faccia una ragione e si dia anche una calmata. La giovane pasionaria del global warming ha scritto su X che «le persone al potere stanno ancora una volta per concordare una sentenza di morte per un numero sconfinato di persone le cui vite sono state o saranno rovinate dalla crisi climatica».
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«Oltre le frange estreme del negazionismo e di parte dell’ambientalismo, abbiamo ottenuto un buon compromesso, prevedendo 300 miliardi di aiuti all’anno per le nazioni più fragili». Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, esce moderatamente soddisfatto dalla Cop29, sulla scia di quel modello di transizione green che il governo considera «morbida e sostenibile per lavoratori e imprese, nello spirito del Piano Mattei e del Fondo per il Clima».
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Alla Cop29 non ci sono stati vincitori né vinti. Il Sopravvissuto è il sistema multilaterale di negoziazione, che esce acciaccato dalle divisioni Nord-Sud, minacciato dal ritorno di Trump, pressato dalle nazioni che vogliono contare di più. Alla fine, «è stato un viaggio difficile, ma abbiamo raggiunto un accordo», ha concluso Simon Stiell, segretario esecutivo dell’Unfccc, l’organo che gestisce la Convenzione Onu sui cambiamenti climatici.
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Disinteressati e forse rassegnati. Tutte le volte che si parla di clima la tentazione è quella di passare oltre. Che noia! È accaduto puntualmente anche per i lavori della Cop 29, conclusisi ieri a Baku in Azerbaigian. Lavori passati quasi inosservati, penalizzati dal voto americano. L'impegno dei Paesi ricchi di aiutare, con 300 miliardi di dollari l’anno, quelli in via di sviluppo affinché riducano le emissioni.
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