Napoli, fiori davanti alla lapide in ricordo di Falcone e Borsellino

Nel 32esimo anniversario della strage di Capaci, l'assessore alla Sicurezza e alla Legalità del Comune di Napoli e il prefetto di Napoli Michele di Bari hanno deposto dei fiori davanti alla lapide in piazza Municipio che ricorda il sacrificio dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle donne e uomini delle loro scorte. Alla cerimonia per la Giornata della Legalità hanno preso parte, tra gli altri, l'assessora all'Istruzione e alle Famiglie, l'assessore al Bilancio, il presidente della Municipalità 2, il comandante della Polizia Locale e i vertici delle forze dell'ordine. (ilmattino.it)

Se ne è parlato anche su altri media

"Dobbiamo affinare gli strumenti di contrasto perche' se vogliamo seguire quello che abbiamo imparato dobbiamo ogni giorno inventare nuovi strumenti perche' la mafia cambia forma e continua ad infiltrarsi. (Il Mattino di Padova)

La cerimonia a Palazzo Jung. Inaugurato il museo del presente (BlogSicilia.it)

Dario Riccobono, direttore responsabile di MuST23, ha sottolineato il suo essere profondamente uno "spazio di fruizione culturale permanente al servizio della comunità di Capaci e non solo". (Tiscali Notizie)

È il grido che preannuncia la partenza del corteo dell’antimafia sociale: circa duecento i partecipanti tra studenti, associazioni, sigle sindacali e centri sociali che hanno riempito le strade del centro di Palermo nel giorno della commemorazione della Strage di Capaci (Giornale di Sicilia)

“Sono passati trentadue anni dalla terribile strage di Capaci – ricorda Sbarra sottolineando che “non bisogna mai dimenticare il sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta, tutti vittime di una mafia assassina e spietata. (Valledaostaglocal.it)

Anche quest’anno, inevitabile, un coro di “Il caro amico Giovanni”, “Il maestro Falcone…”. Trentadue anni fa la Cosa Nostra fa saltare in aria e uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonino Montinaro, Vito Schifani. (L'HuffPost)