Attacco in versione soft, Bibi mette d’accordo l’ultradestra e gli alleati
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Annunciata da oltre tre settimane, preparata da mesi, rinviata e rimodulata dopo una imprevista fuga di notizie oltreoceano, la risposta di Israele all’attacco missilistico iraniano del 1 ottobre scorso è arrivata nel cuore della notte. Tre ondate di incursioni aeree a 1500 chilometri di distanza. Forse solo una coincidenza temporale ma l’Operazione “Giorni del pentimento”, arriva a conclusione del ciclo di festività ebraiche aperte proprio dallo Yom Kippur, il giorno del pentimento. (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altre testate
La risposta è arrivata nella notte tra venerdì e sabato: Tel Aviv ha puntato sugli obiettivi militari, evitando infrastrutture energetiche e nucleari come richiesto da Biden, in modo da non rendere ineluttabile la reazione iraniana con conseguenze imperscrutabili IL PIANO Venerdì sera: il gabinetto di sicurezza di Israele si riunisce, discute a lungo sul piano e alla fine dice sì, all’unanimità. (ilmessaggero.it)
Secondo l’ambasciatore Stefano Stefanini, già rappresentante d’Italia presso la Nato, l’offensiva israeliana «è di fatto una de-escalation, sia Tel Aviv che Teheran possono considerarla “proporzionata” a quella iraniana del 1° ottobre». (ilmessaggero.it)
Sugli schermi della televisione di stato è una tranquilla e ordinaria mattina d’autunno, le telecamere piantate nel centro di Teheran mostrano il traffico intenso, i genitori che accompagnano i figli a scuola, i mercati appena riforniti di frutta e verdura. (la Repubblica)
TEL AVIV — Tre ondate con i caccia bombardieri, poi tutto è finito alle 5,45 di Teheran, alle prime luci dell’alba di ieri. Ora potrebbe essere finita qui, come chiede la comunità internazionale, anche se la Rep… (la Repubblica)