Proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, al via all'iter di approfondimento in commissione Sanità

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Si è aperto in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd) l’iter di approfondimento sulla proposta di legge di iniziativa popolare sulle “procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019”. Su questo tema, nella seduta di questa mattina (martedì 30 luglio) sono stati auditi i promotori, ovvero i rappresentanti dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica che il 14 marzo scorso hanno depositato presso la presidenza del Consiglio regionale la proposta di legge regionale supportata da oltre 10mila firme autenticate. (gonews)

Su altre fonti

La 51enne lombarda affetta da quasi vent’anni da sclerosi multipla, è stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, iscritti a Soccorso Civile, che fornisce l’assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è presidente e responsabile legale Marco Cappato. (Il Fatto Quotidiano)

Fine vita, Cappato: tempi burocrazia sono tortura e violenza su persone 30 luglio 2024 (Il Sole 24 ORE)

Si è aperto in commissione sanità del Consiglio regionale l’iter di approfondimento sulla proposta di legge di iniziativa popolare sulle procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio assistito. (LA NAZIONE)

E così Ines, il suo nome è di fantasia, si è spenta ieri mattina in Svizzera, a 51 anni. Era stremata dalla malattia e dai ritardi della sanità lombarda, che da 80 giorni non le dava il via libera al suicidio assistito. (La Repubblica)

Ho dolori veramente insopportabili. Ho chiesto di poter morire in Italia", ma "l’Italia tarda a rispondermi, la Svizzera mi ha accolta. (IL GIORNO)

Nel servizio gli interventi di Matteo D'Angelo, attivista dell'Associazione Soccorso Civile che ha accompagnato la donna in Svizzera, e Marco Cappato, segretario dell'Associazione. Ma questa volta nessuna autodenuncia perché ci sono due sentenze della Corte Costituzionale che stabiliscono un diritto. (TGR Lombardia)