Il governo vara il Psb: torna l’austerità, sette anni di tagli
La manovra è ancora una scatola vuota. Ieri il Consiglio dei ministri ha varato con dieci giorni di ritardo il «piano strutturale di bilancio di medio termine» (Psb), cioè il libro dei desideri che consegnerà alla Commissione Europea mentre un passaggio parlamentare è stato previsto dall’otto ottobre. Si tratta di un testo farraginoso sul quale sono stati appuntato molti sogni – chiamate «riforme» – ed è stato messo nero su bianco ciò che davvero aspetta un paese. (il manifesto)
Ne parlano anche altre testate
ROMA — Una manovra fiacca. Che fa poco per la crescita. Nel 2025 porterà una mini dote al Pil: appena lo 0,3 per cento. Poi la scia delle misure del governo Meloni si farà ancora più debole. (la Repubblica)
Se su alcuni punti della manovra ci sono ancora divergenze all’interno della maggioranza, sulla nuova IRPEF sembra esserci unanimità. È quindi molto probabile che la modifica dell’IRPEF venga approvata. (InvestireOggi.it)
Più risorse per la sanità, monitoraggio della spesa, assunzioni e potenziamento territorio anche con partnership pubblico-privato. Ecco cosa prevede il Piano strutturale di bilancio (Quotidiano Sanità)
Nella premessa del citato Piano, inviato in Parlamento poco dopo la mezzanotte di ieri, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti fissa gli obiettivi prioritari per la spesa pubblica dei prossimi anni, senza ignorare il contesto internazionale sottoposto alla vulnerabilità data dai due conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente. (il Giornale)
Si tratta di una novità dovuta alla riattivazione dei vincoli di bilancio che erano stati sospesi per la pandemia e al nuovo Patto Ue di stabilità e crescita. Ne sentiamo parlare in questo periodo, del Psb (Piano strutturale di bilancio), perché è giunta l’ora di presentarlo alla Commissione Europea. (Avvenire)
Intesa Sanpaolo (LA STAMPA Finanza)