Giacomo Gabbato e i suoi compagni sono il mondo reale, l’Italia vera
Venezia. “Ucciso mentre cercava di difendere una donna. Giacomo Gabbato, 26 anni, attivista di un centro sociale, è morto in ospedale per una coltellata, un altro ragazzo è rimasto gravemente ferito. Fermato con l’accusa di omicidio un uomo di origini moldave. I due avevano sentito gridare ed erano accorsi in aiuto alla donna aggredita”. “Questa notte due nostri compagni – comunica il Centro sociale Rivolta di Mestre – sono stati accoltellati mentre difendevano una donna che stava subendo una rapina. (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Una scelta, quella di Sebastiano Bergamaschi, il 25enne mestrino intervenuto l’altra sera in Corso del Popolo insieme all’amico Giacomo Gobbato per sventare una rapina a una donna, che ha avuto un prezzo decisamente alto: “Jack” è morto e lui ha riportato delle profonde ferite alle gambe. (ilgazzettino.it)
Lunedì mattina si è tenuta l’udienza per la convalida dell’arresto, nell’aula B del tribunale, proprio di fianco a dove alle 9.30 era iniziato il processo a Filippo Turetta. Alle 11.30 la decisione della gip Maria Claudia Ardita che ha accolto la richiesta della pubblico ministero Federica Baccaglini. (Corriere della Sera)
L’attività, che ha visto impiegati equipaggi del Commissariato di PS di Cassino, del Reparto Prevenzione Crimine Lazio, della Polizia Stradale e di una unità cinofila, si è svolta in prevalenza nelle zone ritenute più a rischio per la consumazione dei reati, nelle zone dove maggiore è l’aggregazione sociale dei giovani, nel centro cittadino e nei punti di snodo delle principali arterie urbane ed extraurbane del citato comune. (Frosinone News)
Presente in udienza il pubblico ministero Federica Baccaglini che gli contesta i reati di omicidio aggravato dal possesso dell'arma e dall'orario notturno, tentato omicidio e doppia rapina. Resta in carcere il 38enne moldavo accusato di aver accoltellato Giacomo Gobbato. (ilgazzettino.it)
Poi l'inseguimento con la polizia e l'arresto. Le parole della 50enne colombiana: "È colpa mia. Dovevo stare zitta e non chiedere aiuto". (Fanpage.it)
La legale non ha voluto commentare la decisione del giudice. Per l’uomo, difeso dall’avvocato Tiziana Nordio, è stata disposta la custodia cautelare in carcere. (Il Fatto Quotidiano)