New Orleans, il massacro dei ventenni: i giovanissimi uccisi dall’attentatore
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Vittime giovani, studenti, madri con figli piccoli, sportivi, ragazzi e ragazze che avevano deciso – chi all’ultimo momento, chi dopo averlo pianificato per mesi – di trascorrere l’ultima notte dell’anno in una delle città più eccitanti degli Stati Uniti in quanto a festeggiamenti, musica e anche alcool, certo. Il terribile lavoro di dare un nome e un volto agli innocenti falciati dalla follia terrorista di Shamsud-Din Jabbar è già iniziato, ma non si può dire finito. (La Stampa)
Ne parlano anche altri giornali
Il terrorista che ha massacrato almeno 15 persone e ne ha ferite una trentina la notte dell'ultimo dell'anno a New Orleans ha agito da solo ma la strage poteva avere dimensioni perfino più spaventose visto che Shamsud-Din Jabbar aveva piazzato due ordigni rudimentali nella zona dell'attacco. (L'Unione Sarda.it)
Indaga, setaccia, segue piste: è frenetica la caccia del Fbi agli arcana dei due attentati che hanno scosso New Orleans e Las Vegas, la notte di San Silvestro. C’è un nesso fra gli autori degli episodi? La matrice è rinvenibile in un'unica cellula, più strutturata e minacciosa di meri salafiti solitari, con complici, menti, soldi, ma stessa furtività dei secondi, grazie ad applicazioni commerciali di sharing, veicoli affittati e ordigni improvvisati, fabbricati con materiali di uso civile? Siamo lontani dall’esplosivo Tapt, ma inquieta lo stesso questa cellula 2.0 dell’Isis alias Daesh, composta da personaggi con trascorsi militari, apparente dimestichezza con ingredienti per gli esplosivi, ordigni rudimentali, e un’arma che torna in molti attentati: il veicolo, il pick-up, che si scaglia all’impazzata contro inermi. (Avvenire)
Certo è che, sui media, lo status del «kamikaze» sta cambiando, perde peso o fascino (sempre per dire) e c'è da capire se questa sia una cosa buona o cattiva, o addirittura pericolosa: perché potrebbe abbassare la guardia a fronte dell'imprevedibilità del depresso e dello sfigato. (il Giornale)