L'ambiguità del lupo solitario

L'ambiguità del lupo solitario
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il Giornale ESTERI

È l'espressione «lupo solitario» la prima ambiguità: ossia se noi guardiamo al lupo (temibile, arguto, rispettato) oppure al solitario, inteso come emarginato sociale, solo persino tra i terroristi, un disperato che un tempo magari si sarebbe sparato in testa e oggi invece si nobilita (si fa per dire) con una sigla jihadista come sfondo. Certo è che, sui media, lo status del «kamikaze» sta cambiando, perde peso o fascino (sempre per dire) e c'è da capire se questa sia una cosa buona o cattiva, o addirittura pericolosa: perché potrebbe abbassare la guardia a fronte dell'imprevedibilità del depresso e dello sfigato. (il Giornale)

Ne parlano anche altre testate

Fotogramma (Avvenire)

Il terribile lavoro di dare un nome e un volto agli innocenti falciati dalla follia terrorista di Shamsud-Din Jabbar è già iniziato, ma non si può dire finito. (La Stampa)

L’Fbi: «Il terrorista di New Orleans ha agito da solo»

Esclusa la presenza di complici in Louisiana, l'Fbi continua ad indagare tuttavia se ci sia una connessione con l'esplosione di un pick-up della Tesla di fronte alle Trump Towers a Las Vegas. (L'Unione Sarda.it)