Ucraina, truppe sul terreno: Meloni e Crosetto frenano Macron
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ROMA — In una call piuttosto stringata, in cui la maggior parte dei big del Consiglio europeo è rimasta in silenzio, Giorgia Meloni ha scelto invece d’intervenire. Due punture a Emmanuel Macron, che aveva chiesto la video-seduta per relazionare i colleghi sul suo faccia a faccia con Donald Trump. Il primo appunto della premier è stato di metodo, rivolto indirettamente pure al presidente del consi… (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altre testate
Possibile mandarle, sottolineano sia Palazzo Chigi che la Farnesina, ma soltanto sotto l'egida dell'Onu. Un'opinione, questa, che per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è condivisa anche dall'altro alleato di maggioranza. (il Giornale)
Francia e Inghilterra insistono, l’Italia punta i piedi, e il clima si arroventa. Va diritta al punto: per evitare una pace "fragile e temporanea, bisogna fornire a Kiev garanzie di sicurezza nel contesto dell’Alleanza atlantica". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Nella riunione in video conferenza dei 27 leader dell'Unione europea, Giorgia Meloni ribadisce ancora una volta i dubbi di Palazzo Chigi e della diplomazia italiana sull'impiego di un contingente d'interposizione dell'Ue in un eventuale zona di cuscinetto tra Ucraina e Russa. (il Giornale)

Caro Giorgio, che cosa ne pensa dell'idea di inviare truppe in Ucraina proprio ora che siamo in una delicatissima quanto decisiva fase di negoziazione della pace? Io non la comprendo questa proposta bislacca, non trovo sia scelta conveniente. (il Giornale)
Il ruolo centrale che il presidente francese si è assegnato da solo la infastidisce, a maggior ragione perché Macron insiste su quell’invio di truppe europee che per l’Italia, almeno in questa forma, è fuori discussione. (il manifesto)
Con un ruolo di interposizione al confine tra Ucrai… È difficile da reggere, per il Capitano leghista, il “no” al coinvolgimento di soldati italiani in una forza multinazionale di pace, come quella che Meloni, che anche ieri ha messo le mani avanti («Non è all’ordine del giorno») alla fine accetterebbe per frenare la fretta di Macron e Starmer. (La Stampa)