Emergency, si moltiplicano le donazioni dopo la morte di Gino Strada

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Il Giorno INTERNO

Lo sottolinea Rossella Miccio, presidente di Emergency, l’organizzazione non governativa fondata nel 1994 da Gino Strada, il medico e filantropo scomparso venerdì per un malore mentre si trovava in Normandia.

Come mi piacerebbe che piazzale Luigi Cadorna, intestato a un guerrafondaio, diventasse piazzale Gino Strada che la guerra la ripudiava".

Su Facebook, Enrico Mentana ha chiesto al primo cittadino di dedicare a Gino Strada un parco cittadino

Milano, 15 agosto 2021 - "Mi dicono che stanno arrivando molte donazioni e tantissimi messaggi di persone che vogliono sostenerci ricordando Gino Strada, questo è un modo che a lui farà piacere, ovunque sia". (Il Giorno)

Ne parlano anche altre fonti

Il sindaco Roberto Di Stefano (Forza Italia) ha detto di essere pronto a chiedere una deroga al prefetto per poter intitolare una strada o una piazza della città a Strada (normalmente ciò può avvenir 10 anni dopo la morte) La presidente di Emergency: "Verrà ricordato a Milano". (MilanoToday.it)

La Spezia - “L'esperienza condivisa con Gino Strada è stata fondamentale per la mia preparazione professionale che dell'apertura culturale”. Il fatto che la sanità sia un'azienda fa già capire molte cose perché come tale deve fare profitto e avere bilanci in pari. (Città della Spezia)

Tra i primi a sostenerla `I sentinelli di Milano´ che hanno individuato una possibile piazza, quella della stazione di Cadorna: "Ci vuole qualcosa di particolarmente significativo come piazzale Cadorna. (AGI - Agenzia Italia)

Gino Strada non era una figura ecumenica, non era diplomatico - come sarebbe potuto esserlo, dopo aver visto quasi più corpi smembrati che interi in vita sua? (Esquire Italia)

È mai stata gelosa del fatto che suo padre fosse altrove a curare altre persone? Dopo la morte di sua madre Teresa nel 2009, è diventata presidente di Emergency (L'HuffPost)

L’Afghanistan dei “pappagalli verdi” è lontano dall’orizzonte eppure vicino: gli amici che da Kabul scrivono le condoglianze per la morte dell’uomo a cui devono l’uscita indenni da tante battaglie combattono in queste ore da soli l’ultima e la più buia delle sfide, sono «still alive», dicono (La Stampa)