Siamo assuefatti all’inferno dei reclusi

Gaia Tortora Prato, Rebibbia, Brescia, Milano, Viterbo. Per lo più nomi di città di un terrificante bollettino di morte che ha raggiunto quota 60. Ecco, forse – chissà – se iniziassimo a dare un nome un volto a quei nomi che non sono città, ma persone identificate con il carcere dove sono recluse, le nostre coscienze avrebbero un minimo di sussulto. Forse. Perché ormai siamo totalmente assuefatti. E anche la conta dei suicidi che si aggiorna velocemente non ci colpisce più. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Su altri giornali

La ragazza, francese ma con cittadinanza bosniaca, è stata salvata giusto in tempo dagli agenti della polizia penitenziaria. Aveva provato a impiccarsi e stava morendo soffocata. L'episodio è accaduto in uno dei bagni della struttura circondariale. (Genova24.it)

Il garante regionale Giuseppe Fanfani interviene sull’ennesimo suicidio in carcere avvenuto ieri sera a Prato dove un 27enne di nazionalità italiana si è tolto la vita impiccandosi. Rabbia, sconcerto e un accorato appello, l’ennesimo, a “smettere di parlare a sproposito e stracciarsi le vesti ad ogni occasione. (gonews)

E' il 59esimo suicidio in carcere in Italia dall'inizio dell'anno. Un detenuto di circa 30 anni, italiano, si è impiccato nella sua cella del reparto G12 della casa circondariale di Roma Rebibbia. (Corriere Roma)

Nelle carceri rivolte e suicidi Ma il governo non sa che fare

Prato 29 luglio 2024 – Di fronte al terzo suicidio nel carcere di Prato nei primi sette mesi del 2024 (il sessantesimo in Italia, numeri tragici e spaventosi) la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, e il presidente del Consiglio comunale Lorenzo Tinagli hanno scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio per chiedere un incontro urgente sul carcere pratese ed invitarlo a verificare di persona la gravità della situazione con l'obiettivo di adottare dei miglioramenti. (LA NAZIONE)

La corsa al Santo Stefano è stata immediata, ma non c’è stato nulla da fare. Si tratta del sessantesimo suicidio di un detenuto nel corso dell’anno in Italia. (LA NAZIONE)

La donna, 31 anni nata in Francia ma con cittadinanza bosnia/erzegovina, aveva già legato la corda ricavata da un lenzuolo alle sbarre delle finestra del bagno e se non fosse stato per il pronto intervento degli agenti penitenziari sarebbe stato l’ennesimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno, il 61esimo dopo il giovane di 27 anni che sabato scorso si è tolto la vita alla Dogaia di Prato (il terzo in sette mesi nella casa circondariale toscana). (il manifesto)