Meloni e i dubbi di Salvini sulle armi a Kiev: nessun problema, la linea dell'Italia è chiara
In Italia è ormai tarda notte quando nella hall del quasi centenario hotel St. Regis di Washington Giorgia Meloni fa il punto del 75esimo vertice Nato che si è appena concluso. E’ l’ultimo atto della tre giorni statunitense della premier, prima di una veloce cena e del rientro a Roma nella notte. La presidente del Consiglio rivendica la linea filo-atlantica e pro Ucraina, proprio nel giorno in cui l’Alleanza ha dato il via libera a un sostegno da 40 miliardi di dollari per la causa militare di Kiev (il Giornale)
Su altre fonti
Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Washington al termine del vertice Nato. "È stato un vertice molto importante - ha aggiunto - il modo migliore di celebrare il 75esimo anniversario è stato allargando il nostro perimetro con la Svezia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Washington, 12 lug. - La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky al termine del vertice Nato a Washington. "Al centro del colloquio - si legge in una nota di Palazzo Chigi - l'andamento del conflitto in corso, a partire dalle gravi conseguenze del bombardamento russo dell'ospedale pediatrico di Kiev (Il Sole 24 ORE)
La premier Giorgia Meloni ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al termine dei lavori dell'ultima giornata del vertice Nato a Washington, negli Stati Uniti. I due leader "hanno quindi passato in rassegna i risultati del Consiglio Nato-Ucraina e del vertice per la pace svoltosi in Svizzera e i relativi seguiti. (Tiscali Notizie)
L'ho informata sulla situazione al fronte e sul terrore aereo russo contro le città ucraine. Grazie perché la capacità di difesa e la ricostruzione dell'Ucraina sono stare tra le questioni prioritarie della presidenza italiana del G7 quest'anno". (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Dipende da cosa si invia. Così si difende la popolazione civile senza un rischio di escalation". (Tiscali Notizie)
Roma, 12 lug. - "Tutti hanno detto, ed è così, che non ci fosse un mandato" per i viaggi di Viktor Orban a Mosca e Pechino ma "se fossero iniziative che possono portare uno spiraglio di pace e di diplomazia io non ci vedrei niente di male, direi 'ben venga' ma quando si dà questo segnale e il giorno dopo si ottiene che un ospedale viene bombardato, questo dimostra che non c'è nessuna volontà di dialogo da parte di Putin". (Il Sole 24 ORE)