Il caso Yara: qualcosa non quadra oltre quel ragionevole dubbio

La docuserie del 2020 si chiamava SanPa-Luci e tenebre di San Patrignano. E fece colpo davvero, riprendendo un tema che andava ben oltre questioni di responsabilità ma disegnava un tracciato efficace e abbastanza inedito. Era anche merito della vicenda, attorno a cui girava il paese intero in un periodo ben preciso della sua storia. Lo stesso gruppo di lavoro (Gianluca Neri, con Carlo G. Gabardin… (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Le parole di Massimo Bossetti, l'uomo condannato all'ergastolo in via definitiva nel 2018 per l'omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne trovata morta il 26 febbraio 2011, nella lunga intervista esclusiva della docuserie Netflix 'Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio': "È più facile condannare una persona, che ammettere di aver fatto uno sbaglio". (Fanpage.it)

Parlano in interviste inedite gli avvocati, i genitori, i giornalisti e soprattutto l'unico, il solo sospettato e condannato: Massimo Bossetti. (leggo.it)

Il 26 novembre del 2010 Yara Gambirasio è scomparsa da Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. Una storia su cui ora Netflix ha pubblicato un documentario in cinque episodi. (Fanpage.it)

Il caso Yara, così Netflix insinua il dubbio su Bossetti: la maestra di ginnastica «mai indagata», le sferette metalliche e la forzatura sul furgone

PUBBLICITÀ Il caso Yara – 26 novembre 2010 (Internapoli)

Quello dove Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo nel 2018 per l’omicidio di Yara Gambirasio, appare per la prima volta fronte camera per ribadire che lui quella ragazzina non l’ha uccisa. (Il Fatto Quotidiano)

Tante, copiose, gli solcano il viso. Probabilmente il dubbio resterà a buona parte del pubblico dopo aver visto «Il Caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio», da martedì 16 luglio su Netflix: cinque puntate da una cinquantina di minuti ciascuna, docuserie prodotta da Quarantadue, sviluppata e diretta da Gianluca Neri (già autore di Sanpa), scritta insieme a Carlo Gabardini e Elena Grillone, con la collaborazione di Alessandro Casati, Cristina Gobbetti, Camilla Paternò. (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)