Prove di guerra commerciale tra Ue e Cina: Pechino risponde a Bruxelles e annuncia dazi sul brandy europeo

L'annuncio arriva a meno di una settimana dal voto del Consiglio Ue che ha dato il via libera alle nuove tariffe sulle auto elettriche del Dragone Bruxelles attacca sulle auto elettriche, Pechino risponde sui superalcolici. Ieri, martedì 8 ottobre, il ministero del Commercio cinese ha annunciato una serie di dazi temporanei sull’import di brandy europeo. La decisione arriva a pochi giorni di distanza dal vertice con cui Bruxelles ha votato il via libera all’introduzione di dazi sulle auto elettriche importate da Pechino. (Open)

Su altre fonti

Andiamo però a guardare un po’ di che si tratta esattamente. Strano davvero che il protezionismo di Bruxelles colpisca la Germania che fa parte dell'Unione Europea. (Corriere TV)

Gianmarco Ottaviano a LaPresse: "Dazi su import auto grossa cilindrata colpirebbero Germania" (LAPRESSE)

E sul tavolo della UE è giunta una prima proposta della Cina: nessuna elettrica prodotta in Cina sul mercato europeo a prezzo inferiore ai 30.000 euro, e cancellazione di ogni dazio aggiuntivo. (DMove.it)

Auto elettriche, la trappola cinese anti-dazi: sì alle fabbriche in Europa, ma solo di assemblaggio

La Cina starebbe infatti valutando di aumentare le tariffe per i veicoli di grossa cilindrata, per “salvaguardare i diritti delle aziende cinesi”, come ha annunciato ieri il ministero del Commercio. Sull’entità dei dazi non è ancora possibile sbilanciarsi, ma la misura andrebbe a colpire soprattutto le case automobilistiche tedesche, che sulle esportazioni di auto di lusso in Cina basano un bella fetta del proprio fatturato. (AlVolante)

Le possibili ritorsioni aguzzano l’ingegno. Oliver Blume, Ceo di Volkswagen Group, attualmente sotto pressione in Germania per la ventilata soppressione di migliaia di posti di lavoro e la possibile chiusura di due stabilimenti, ha scelto un’intervista alla popolare edizione domenicale della Bild Zeitung per formalizzare una proposta per evitare i dazi disposti dalla Commissione Europea sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina e approvati dagli stati grazie all’astensione di numerosi governi nel voto decisivo. (l'Automobile - ACI)

Iniziative spesso sollecitate dagli stessi governi europei, come quello italiano, per i potenziali ricaschi occupazionali che ne deriverebbero, anche sul fronte dell’utilizzo della componentistica locale. (la Repubblica)