Il Cremlino contro la condanna di Le Pen: «Viola le norme democratiche». Solidarietà da Orbán e Salvini
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La leader di Rn è stata dichiarata ineleggibile dal tribunale di Parigi, interrompendo così la sua corsa alle Presidenziali francesi. La reazione da Mosca e dagli alleati in Europa La condanna di Marine Le Pen per «appropriazione indebita di fondi pubblici» da parte del tribunale di Parigi, e la conseguente ineleggibilità «con effetto immediato», ha spinto i sovranisti a esprimere solidarietà nei confronti della capofila del Rassemblement National (Open)
La notizia riportata su altre testate
Per la Le Pen non sarà possibile fare ricorso, dunque per la leader del Rassemblemen National, una delle voci più forti della destra internazionale, non ci sarà la possibilità di sfidare il presidente Emmanuel Macron nella corsa all'Eliseo nel 2027. (Liberoquotidiano.it)
– Il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ha denunciato oggi la crescente violazione delle norme democratiche in Europa commentando il caso di Marine Le Pen, la leader dell’estrema destra francese ritenuta colpevole di appropriazione indebita e interdetta dai pubblici uffici. (Agenzia askanews)
Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha espresso solidarietà alla leader del Rassemblement National (Rn), Marine Le Pen, giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Secondo il first buddy della Casa Bianca è addirittura in gioco "il futuro della civiltà" e non bada a spese per far recuperare consensi al conservatore Brad Schimel che sfida la liberale Susan Crawford. (L'HuffPost)
Tra loro figura il vicepresidente del Rassemblement National e sindaco di Perpignan Louis Aliot, l'ex presidente ad interim del Rassemblement National Jean-François Jalkh, l'eurodeputato Nicolas Bay e l'ex numero due del partito Bruno Gollnisch. (Adnkronos)
Le Pen, lo ricordiamo, stando ai sondaggi è le preferita dai francesi in vista delle prossime presidenziali, con una quota di preferenze fra il 34 e il 37%, ma a meno che una sentenza in appello non sovverta quella odierna non potrebbe a questo punto essere in lizza né per quella né per nessuna altra carica. (RSI Radiotelevisione svizzera)