Inchiesta ultras: il procuratore FIGC Chinè ha chiesto gli atti alla Procura di Milano. Milan disponibile a collaborare

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Si è già attivata anche la giustizia sportiva per l'inchiesta giudiziaria di Milano sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle curve di Inter e Milan. Il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, sta infatti chiedendo in queste ore - apprende l'ANSA - ai pm della Procura della Repubblica di Milano l'ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto. L'intento é verificare eventuali condotte "rilevanti" per l'ordinamento sportivo, da parte delle due società o di loro tesserati. (Eurosport IT)

Ne parlano anche altre fonti

Due curve decapitate contemporaneamente. Un “patto di non belligeranza fra le due tifoserie organi… (La Repubblica)

Paolo Rossi, giornalista di fede bianconera, ha commentato sul suo profilo X la vicenda Ultras di Inter e Milan. Queste le sue parole: (Tutto Juve)

Stando alle indagini della Squadra Mobile il 12 novembre del 2022, qualche settimana dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, capo storico della Nord dell’Inter, “si è avuto percezione dei cambiamenti in corso” nell’ambiente quando le intercettazioni fecero scoprire “la comparsa sulla scena di un soggetto, di origini calabresi, definito “spacchioso (arrogante ndr) calabrotto””. (Il Dispaccio)

"O mi danno le tessere o è guerra": gli audio delle intercettazioni dell'inchiesta sugli ultras di Inter e Milan

«Ringrazio la polizia, io vado allo stadio da quando ho 5 anni e se qualcuno usa lo stadio per interessi suoi con puzza di mafia, Camorra e ‘Ndrangheta, va isolato, beccato e allontanato quindi ringrazio le forze dell’ordine. (ilmattino.it)

E molto concreto. Dalle intercettazioni emerse oggi dopo l’arresto del capo ultras del Milan Luca Lucci, viene fuori che, invece, un motivo di scontro concreto c’era. (Open)

“… Ma gli faccio arrivare qualcosa… o mi danno le tessere o è guerra…”. Tra queste alcune riguardano Marco Ferdico, leader della Nord nerazzurra e tra i 19 arrestati, nelle quali si evince che era pronto a innescare un braccio di ferro con la società perché non cedeva alle sue richieste riguardanti un surplus di abbonamenti richiesti. (Il Fatto Quotidiano)