Due big player, una sfida: come Poste e Tim ridisegnano l’Italia connessa
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La recente operazione Poste – Tim (il gruppo guidato da Matteo Del Fante, ha acquistato da Vivendi azioni ordinarie di Telecom Italia, pari al 15% del totale delle azioni ordinarie e al 10,77% del capitale sociale, arrivando al 24,81%) segna un passaggio cruciale nello scacchiere delle telecomunicazioni e dei servizi digitali in Italia. Un’operazione dal forte valore strategico, che va oltre la semplice logica di mercato per toccare i nervi scoperti dell’infrastruttura nazionale, della digitalizzazione dei servizi pubblici e della sovranità tecnologica. (CorCom)
Su altre fonti
Dopo l’ingresso nel capitale di Tim da parte di Poste, subentrata a Vivendi nell’azionariato della società con un investimento di 684 miliardi di euro che l’ha trasformato nel primo azionista del colosso telefonico col 24,8%, emergono importanti segnali di policy e di discontinuità col passato. (Milano Finanza)
Il superamento di quota 0,30 euro (o,32 euro l’ultima seduta) segnala il ritorno di Tim alla normalità. L’arrivo di Poste come primo azionista in un’ottica di lungo periodo ha dato stabilità al gruppo telefonico. (Corriere della Sera)
Barclays (Teleborsa) (Borsa Italiana)
Chi lo conosce lo definisce un uomo concreto, che preferirebbe avere responsabilità anche stando un passo indietro piuttosto che ricoprire un ruolo di primo piano ma con meno poteri decisionali. Giuseppe Lasco, direttore generale di Poste Italiane, viene definito da tutti un operativo, nel vero senso della parola. (Milano Finanza)