Lutto cittadino a Udine per morte dell'imprenditore giapponese

Il Comune di Udine ha proclamato il lutto cittadino nella giornata di oggi per la morte di Shimpei Tominaga, l'imprenditore giapponese rimasto vittima della rissa avvenuta nel centro del capoluogo friulano il 22 giugno e deceduto ieri sera nel nosocomio udinese. Lo ha comunicato il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, che ha firmato il provvedimento, per "testimoniare la vicinanza di tutta la città al dolore della famiglia Tominaga". (Tiscali Notizie)

Ne parlano anche altre fonti

Sul luogo della tragica morte di Shimpei Tominaga sono comparsi molti fiori Sul luogo dell’aggressione fatale, in via Pelliccerie, all’altezza del civico 12, da questa mattina sono stati deposti diversi mazzi di fiori. (Friuli Oggi)

Lettere e mazzi di fiori sono apparsi questa mattina in via delle Pelliccerie, nel luogo in cui l’imprenditore giapponese 56enne ha subito il trauma fatale che lo ha poi portato alla morte cerebrale. Tominaga stava mangiando una piadina in compagnia di due amici al Buonissimo Kebab 2, quando è intervenuto per provare a fermare un pestaggio ai danni di uno sconosciuto che, sanguinante, aveva provato a chiedere loro aiuto. (Il Friuli)

È morto martedì, dopo quattro giorni di coma. Ora Udine, dove il fatto è avvenuto, è letteralmente sotto choc. (Corriere della Sera)

Udine. Shimpei Tominaga massacrato, il 19enne Samuele Battistella sferra il pugno killer e poi fuma una sigaretta. Il giudice: «Violenza irrazionale»

UDINE. «Era una persona eccezionale», dice Paolo Schiffo, titolare dell’osteria “Al Pavone” di via Muratti, ripensando a Shimpei Tominaga, l’imprenditore giapponese di 56 anni morto per le conseguenze di un pugno, nel tentativo di sedare una rissa. (Il Messaggero Veneto)

Ha davvero scosso Udine la storia di Shimpei Tominaga, cinquantaseienne di origine giapponese che da vent’anni risiedeva in città per occuparsi della sua ditta di import-export, morto dopo quattro giorni di agonia in seguito ad un’aggressione subìta nella notte tra il 21 e il 22 giugno. (Città Nuova)

Ma in quell’ultimo sguardo non c’era più la bellezza vista solo poche ore prima negli affreschi della basilica di Aquileia, e consegnata all’imperitura memoria di Instagram, bensì l’orrore di un cazzotto in faccia «per futili motivi», come usa definirsi la banalità del male negli atti di polizia giudiziaria. (ilgazzettino.it)