Collaboratore domestico ucciso a Milano, il 28enne fermato: «Ho dormito e mangiato nella villa, ma dell’omicidio non ricordo nulla»
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Il gip ha disposto il carcere per il giovane di origini gambiane, fermato con l'accusa di aver strangolato un 61enne. Era stato rilasciato poche ore prima dai carabinieri per un altro tentativo di furto Il giudice per le indagini preliminari di Milano Domenico Santoro ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Dawda Bandeh, il 28enne di origini gambiane fermato la sera di Pasqua all’interno di una villa di via Randaccio del capoluogo lombardo con l’accusa di avere strangolato Angelito Acob Manansala, il collaboratore domestico dei proprietari di casa. (Open)
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“Sì, ho dormito, ho mangiato in casa… ma non ricordo il momento dell’omicidio”. Ha parlato per un’ora, assistito dall’avvocata Federica Scapaticci, davanti al gip Domenico Santoro e al pm Andrea Zanoncelli. (la Repubblica)
Dawda Bandeh è ammanettato, nell’ingresso del piano rialzato della villetta liberty di via Randaccio 8. Un ispettore delle Volanti ha dovuto stordirlo col taser d’ordinanza per evitare che si avventasse su di lui. (Il Giorno)
Il gip di Milano Domenico Santoro ha convalidato il fermo e disposto il carcere. Nel provvedimento, ha ritenuto che per la dinamica e la gravità dei fatti riscostruiti dalle indagini, sussistano i gravi indizi. (RaiNews)

Comincia così il racconto della signora Rita L., custode nel palazzo di via Melchiorre Gioia che domenica è stato “scalato“ da Dawda Bandeh, il ventottenne gambiano che, stando alle accuse, ha poi assassinato proprio quel giorno il domestico filippino Angelito Acob Manansala nella villetta di via Randaccio, zona Arco della Pace. (Il Giorno)
– Dell’omicidio, ha detto, non ricorda nulla. L’interrogatorio È stato interrogato dal gip del tribunale di Milano oggi, mercoledì 23 aprile, Dawda Bandeh, il ventottenne di origini gambiane fermato la sera di Pasqua all’interno di una villa nelle vicinanze dell'Arco della Pace, con l'accusa di avere strangolato il collaboratore domestico dei proprietari di casa. (Il Giorno)
Interrogatorio di garanzia, mercoledì a Milano, per Dawda Bandeh, il 28enne di origini gambiane fermato la sera di Pasqua all'interno di una villa di via Randaccio con l'accusa di avere strangolato il collaboratore domestico dei proprietari di casa. (Corriere Milano)