L’allarme - Molti Paesi Ue bloccano le esportazioni di grano, in Italia scorte disponibili solo per due mesi

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
LaC news24 INTERNO

Con ripercussioni pure in Italia: buona parte di quel grano, per vicinanza logistica, affluiva a bordo di camion in tutto il nordest.

In Italia il consumo annuo di olio di girasole è di poco inferiore alle 800 mila tonnellate

Scorte di farina. Tornando alla questione del grano, anche la Romania ha bloccato le esportazioni che normalmente seguivano le rotte del Mar Nero.

Anche il grano è una materia prima proveniente da Russia ed Ucraina da cui l'Europa attinge a piene mani. (LaC news24)

Se ne è parlato anche su altri media

Serve un opportuno intervento della Commissione europea per fermare un comportamento assurdo ed assicurare il regolare funzionamento del mercato unico”. Un errore imperdonabile che è possibile recuperare poiché ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per raggiungere in Italia l’autosufficienza alimentare” (TargatoCn.it)

«E’ a rischio il futuro della fattoria italiana se non vengono riconosciuti i giusto compensi che tengano conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi» afferma Prandini nel sottolineare che è «una crisi che colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire un settore che complessivamente tra latte, carne e uova genera un giro d’affari di circa 40 miliardi di euro ed è ai primi posti nel mondo per qualità e sostenibilità (IlPiacenza)

Una filiera particolarmente significativa anche per il Sannio con in testa, proprio, la Liverini Spa, realtà imprenditoriale operativa a Telese Terme da 53 anni e. «Misure urgenti per gestire la carenza di materie prime». (ilmattino.it)

ilmamilio.it. La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani che si trovano a fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale a causa dell'esplosione dei costi dei mangimi e del blocco alle esportazioni di mais dall'Ucraina ed anche dall'Ungheria, con una decisione unilaterale di Budapest che compromette il mercato unico europeo e mina le fondamenta stesse dell'Unione Europea. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)

“L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili – continuano Reggio e Furia -. (La Nuova Provincia - Asti)

Questo può anche significare scelta drastiche come dover abbattere capi di bestiame perché non c’è mangime sufficiente». I costi di produzione già saliti oltre le soglie di guardia sono aumentati ulteriormente raggiungendo per alcuni prodotti valori che vanno dal 170% (concimi) all’80% (energia) e del 50% (i mangimi). (ilgazzettino.it)