"Solidarietà politica". Salis invoca la mobilitazione popolare per il complice "Gino"
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Si muove qualcosa in Ungheria sul caso Salis. Il Paese di Viktor Orban ha confermato di aver chiesto la sospensione dell'immunità parlamentare per Ilaria Salis, eletta con Avs per garantirle l'uscita dal carcere, dove si trovava in attesa di giudizio. Ma, soprattutto, l'Ungheria ha chiesto l'estradizione di Gino Arzaj, che ha partecipato proprio con l'europarlamentare di sinistra alla manifestazione di febbraio 2023 a Budapest, durante le quali, secondo l'accusa, si sarebbero resi responsabili di violenze. (il Giornale)
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Abazaj, infatti, è tra gli attivisti accusati nel febbraio 2023 di aver partecipato alla stessa presunta aggressione ai danni di manifestanti di estrema destra a Budapest, che ha portato Salis ad un lungo periodo in carcere. (Il Messaggero Veneto)
Rexhino Abazaj, noto come Gino, militante antagonista e amico dell’europarlamentare italiana Ilaria Salis , è stato arrestato nei giorni scorsi a Parigi. Come la Salis, anche lui è accusato dalla giustizia ungherese di essere coinvolto in scontri con neonazisti avvenuti a Budapest l'11 febbraio 2023. (Sky Tg24 )
È stato arrestato a Parigi Rexino Arzaj, detto Gino, che assieme a Ilaria Salis era stato accusato nel febbraio del 2023 di aver aggredito alcuni manifestanti di estrema destra a Budapest. (Fanpage.it)
È stato fermato nella serata di venerdì a Parigi Rexhino Abazaj, «Gino» per i suoi amici. Gino, 32 anni, nato a Elbasan in Albania, è arrivato in Italia nel 1995 e qui ha vissuto per un ventennio abbondante, senza però riuscire a ottenere la cittadinanza. (il manifesto)
Ora si trova nel carcere di Fresnes, alle porte di Parigi. I giudici francesi devono decidere se estradarlo o meno in Ungheria, che aveva emanato un mandato d’arresto europeo. Rexino Arzaj, detto “Gino”, è stato arrestato in Francia dove era latitante. (ilmessaggero.it)
Si trova attualmente nel carcere di Fresnes, alle porte della capitale, e i giudici francesi devono decidere se estradarlo o meno in Ungheria, che aveva emanato un mandato d’arresto europeo. (Corriere della Sera)