Totti e il viaggio in Russia: polemiche, spiegazioni e il rifiuto del Tapiro d’oro
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Francesco Totti, icona del calcio italiano e storico capitano della Roma, si trova al centro di un acceso dibattito per la sua decisione di recarsi a Mosca l’8 aprile, dove parteciperà a un evento legato all’International Rb Award, organizzato da una testata specializzata in scommesse e sport. La scelta, tutt’altro che banale in un contesto geopolitico teso, ha scatenato reazioni contrastanti, alimentando critiche da parte di chi vede nella trasferta un’implicita legittimazione delle autorità russe.
L’ex calciatore, interpellato dall’ANSA, ha chiarito la sua posizione con parole nette: «Non sono un politico né un diplomatico. Da anni vado ovunque mi invitino per parlare di sport, e non esiterei ad andare a Kiev per le stesse ragioni». Totti ha aggiunto che, qualora ricevesse «una richiesta ufficiale da un organo competente» a cancellare la partecipazione, accetterebbe senza esitazioni. Una precisazione che, però, non ha placato le proteste, in particolare tra chi – come Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione dei cristiani ucraini in Italia – ha definito la scelta «disumana», ricordando le vittime ucraine, compresi atleti e tifosi, coinvolti nel conflitto.
La polemica era già esplosa nei giorni scorsi quando Striscia la Notizia aveva tentato di conferire a Totti il Tapiro d’oro, simbolo ironico delle gaffe, rifiutato dall’ex giocatore. Un gesto che, al di là della provocazione televisiva, rifletteva il malcontento di chi considera inopportuna la presenza di un personaggio pubblico in Russia. Totti, dal canto suo, ha ribadito di agire esclusivamente come «uomo di sport», sottolineando come il suo ruolo sia promuovere i valori atletici, al di fuori di ogni dinamica politica.