Beirut, o cara

La prima cosa bella di mercoledì 2 ottobre 2024 è Beirut, città di cicatrici, protesi e con la cartella clinica di un morente che tuttavia non muore mai. Finché muore. Per amarla occorre l’attrazione per quel tipo di essere che sopravvive: all’incidente in auto, allo tsunami, a un tentativo di suicidio. Che vive nelle tregue, ma non si riconosce allo specchio. Gli altri ricordano un tempo di splendore, ma lei sa che lo splendore è anticipazione della rovina, per cui meglio la rovina, anticipazione di un nuovo splendore. (la Repubblica)

Su altre testate

In un ribaltamento storico, migliaia di libanesi e siriani cercano oggi rifugio in una Siria instabile, segnando un drammatico cambio di direzione rispetto agli anni passati, quando erano i siriani a cercare scampo in Libano. (Inside Over)

Lavorando a stretto contatto con il Governo libanese, l'UNICEF e i suoi partner hanno raggiunto oltre 50.000 persone in più di 200 rifugi collettivi nei governatorati del Sud del Libano, Beirut, Monte Libano, Nord del Libano, Bekaa e Baalbek-Hermel. (UNICEF Italia)

“Oggi la mamma è morta”: con questa citazione da Camus si apre la striscia che il vignettista Kerbaj dedicava anni fa al suo rapporto con Beirut, madre sorella amante e molto di più. (Il Fatto Quotidiano)

Suor Hind dalla sua Beirut: "Situazione drammatica"

Dopo sette giorni di bombardamenti e l’avvio della campagna di terra, in Libano la situazione sta letteralmente precipitando. Nell’ultima settimana, secondo le notizie, almeno 80 bambini sono stati uccisi negli attacchi, mentre altre centinaia sono rimasti feriti. (LA NOTIZIA)

Viaggio nel quartiere di Dahieh a Beirut al seguito di un convoglio guidato da Hezbollah. Il sobborgo meridionale della città libanese è stato colpito in più punti nelle ultime ore: Hezbollah ha parlato di «un massacro di civili innocenti». (Corriere TV)

La popolare suor Hind (chiamata Ennet a San Gimignano) è dell’ordine religioso di Santa Marta creato dal vescovo ligure Tommaso Regio. Ha paura, tanta paura per i bombardamenti continui a Beirut. (LA NAZIONE)