“Buttato a terra e fermato perché ho rifiutato di esibire i documenti”: la denuncia del giornalista Gabriele Carchidi
Il giornalista cosentino Gabriele Carchidi, direttore responsabile di “Iacchité” ha denunciato di essere stato buttato a terra e fermato dalla polizia perché “mi sono rifiutato di esibire i documenti”. Il cronista, per cui il consiglio di disciplina dell’ordine della Lombardia ha chiesto la radiazione per un procedimento disciplinare di alcuni mesi fa, ha raccontato sulle colonne del suo giornale online quanto accaduto. (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altre testate
COSENZA – In merito a quanto accaduto sabato pomeriggio su via degli Stadi, con il fermo del giornalista Gabriele Carchidi da parte degli agenti della Squadra Volante di Cosenza, si registra la presa di posizione del Siulp che, oltre ad esprimere solidarietà agli agenti coinvolti nella vicenda (e finita sulle cronache nazionali), con una nota stigmatizza quella che viene definita una denigratoria campagna stampa su alcune testate giornalistiche, censurando i commenti diffamatori sui social network di quanti hanno commentato la vicenda. (Quotidiano online)
«C'è stato un comunicato stampa fatto dalla Questura che ha dato spiegazione e giustificazione, nel rispetto di quelli che sono i protocolli in relazione alle circostanze in cui si verificano certi episodi». (LaC news24)
Sabato pomeriggio stava andando in redazione quando una volante della polizia lo ha fermato mentre percorreva a piedi il lungo viale che collega il quartiere in cui abita, contrada Andreotta, al centro di Cosenza. (il manifesto)
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Il giornalista ha anche pubblicato un video, diventato subito virale.Carchidi afferma di essersi rifiutati di esibire i documenti in un controllo di polizia mentre si trovava a piedi nel quartiere San Vito della città. (Corriere TV)
Resistenza a pubblico ufficiale, questa la spiegazione che la Questura di Cosenza ha fornito per l’arresto in strada del giornalista Gabriele Carchidi dello scorso sabato 22 marzo. Il fermo, filmato dall’alto di un palazzo vicino e già virale sui social, sarebbe avvenuto dopo che il direttore della testata online Lacchitè aveva rifiutato di mostrare i suoi documenti. (Open)