Regno Unito contro Google: class action da 6 miliardi per abuso di posizione dominante
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Google nel mirino di una maxi causa in Uk: 250 mila aziende chiedono 5 miliardi di sterline per pratiche anticoncorrenziali nella pubblicità online. Alphabet respinge le accuse Google finisce nel mirino di una nuova, pesantissima class action intentata nel Regno Unito. Il colosso di Mountain View è accusato di aver abusato della propria posizione dominante nel mercato della pubblicità online, danneggiando in modo sistemico migliaia di imprese britanniche. (firstonline.info)
La notizia riportata su altri giornali
Mentre Mark Zuckerberg è alla sbarra e si gioca il futuro di Instagram e WhatsApp, un altro gigante del tech viene colpito. Dopo la sentenza che ha stabilito il suo monopolio nel mercato della ricerca online, arriva un altro verdetto che afferma che Google detiene illegalmente anche il monopolio della pubblicità online. (Startmag)
La cosa più importante è che non si tratta di ricerca, il pane quotidiano di Google, anche se esiste un caso antitrust separato sulla ricerca. DI COSA SI TRATTA? (TradingView)
Il Dipartimento di giustizia degli USA ha sostenuto che l'azienda dovrebbe vendere almeno il suo Google Ad Manager, piattaforma per la gestione degli annunci pubblicitari. (Corriere del Ticino)
E anche qui la corte della Virginia, nella persona della giudice Leonie Brinkema, ha stabilito che la società “ha agito in maniera illegale per mantenere il suo monopolio (... ROMA – Governo americano contro Google: due a zero. (la Repubblica)
Un giudice federale degli Stati Uniti, infatti, ha stabilito che il colosso di Mountain View ha mantenuto illegalmente una posizione di monopolio in alcuni segmenti chiave della pubblicità online. L’accusa è quella più ricorrente quando ci sono di mezzo società Big Tech: monopolio. (Il Sole 24 ORE)
Il giudice ha stabilito che "Google ha deliberatamente intrapreso una serie di azioni anticoncorrenziali per acquisire e mantenere un potere monopolistico nei mercati dei server pubblicitari per editori e degli scambi di annunci per la pubblicità display sul web aperto", si legge nella sentenza. (Adnkronos)