Nuovo processo - Può evitare l’ergastolo perché «stressato dal Covid», si deciderà a Reggio il destino dell’infermiere calabrese che uccise la fidanzata

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LaC news24 INTERNO

Nuovo processo Ecco perché Cassazione ha spostato la sede del giudizio da Messina. Si deciderà soltanto sulla concessione delle attenuanti ad Antonio De Pace: la sua responsabilità penale per l'omicidio di Lorena Quaranta è stata dichiarata «irrevocabile» A Messina c'è una sola sezione di Corte d'assise d'appello. È questo il motivo per il quale la Corte di Cassazione, dopo avere disposto l'annullamento con rinvio della sentenza emessa dai giudici di secondo grado della città peloritana, ha disposto che il nuovo processo per l'omicidio di Lorena Quaranta, uccisa nel 2020 a Furci Siculo (Messina) dal compagno, l'infermiere Antonio De Pace, venga celebrato davanti alla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria. (LaC news24)

Su altri media

Trattiene a stento le lacrime Vincenzo Quaranta, il papà di Lorena. Alle perizie secondo le quali l'infermiere calabrese Antonio De Pace non era in preda a un raptus psicotico il 31 marzo del 2020, quando ha ucciso sua figlia in una villetta di Furci Siculo (Messina). (ilgazzettino.it)

“La verità è che lui aveva un complesso di inferiorità nei confronti di mia figlia”, ha sottolineato il genitore della 27enne, sostenendo che De Pace non è stato preda di alcun raptus psicotico il 31 marzo 2020, quando strangolò Lorena in una villetta di Furci Siculo (Messina). (PUPIA)

"E' estremamente grave - e diseducativo per l'autore - deresponsabilizzare qualcuno per la presenza di uno stress che, sebbene importante e universalmente condiviso, non autorizza alcuna forma di violenza". (Adnkronos)

Femminicidio Lorena Quaranta, la Cassazione annulla l'ergastolo per l'ex compagno: «Era stressato dal Covid»

«Il Covid non c’entra niente di niente. Con un tono carico di pena, si danna e protesta in siciliano Enzo Quaranta, il papà di Lorena, l’aspirante pediatra di Favara accoltellata a 27 anni, nel 2020, in provincia di Messina, dal fidanzato Antonio De Pace, l’infermiere calabrese già condannato all’ergastolo ma che la Cassazione chiede ai giudici dello Stretto di processare di nuovo. (Corriere della Sera)

Durante ogni anno che passa ed ogni che passa si registrano delle vere e proprie “mattanze” ad opera della mano dell’uomo contro le donne. Si inizia sempre con le stime, come se alla fine le donne fossero numeri di caduti come negli eventi bellici, da contare, una donna viene ammazzata ogni tre giorni, le violenze in famiglia sono aumentate, si inaugurano “panchine rosse”, tra istituzioni in doppiopetto e criminologi, psicologi, forze dell’ordine e finanche magistrati, ma una svelato l’oggetto, tra applausi e sorrisi che ci seppelliranno arriva la realtà, quella vera. (Approdo Calabria)

Il mondo della politica e dell’associazionismo esprimono preoccupazione e criticano la decisione. Finisce in carcere dopo essersi autodenunciato. (Corriere Roma)