Le assaggiatrici, intervista a Silvio Soldini: "La consapevolezza è tutto"

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Il regista più misterioso del cinema italiano porta sullo schermo il libro di Rosella Pastorino: tra l'orrore della guerra, l'importanza di raccontare storie e le contraddizioni degli esseri umani. In sala. Silvio Soldini è il regista più schivo del nostro cinema. Si fa vedere poco e quando concede interviste per promuovere i suoi film è sempre rigoroso e preciso. Come le sue opere. Non fa eccezione Le assaggiatrici, in sala dal 27 marzo dopo aver aperto il Bif&st (Movieplayer)

Su altre fonti

La vera storia delle assaggiatrici di Hitler, accaduta nella Prussia Orientale del 1943, è stata rivelata da Margot Wölk, l’unica sopravvissuta, molti anni dopo la fine del conflitto. Rosella Postorino l’ha trasformata in un emozionante romanzo, Le assaggiatrici, e Silvio Soldini nel film omonimo, che ha aperto il Bif&st di Bari ed è in sala. (la Repubblica)

Una delle principali novità del weekend (29-30 marzo) è una produzione italiana, «Le assaggiatrici» di Silvio Soldini, ispirato all’omonimo romanzo di Rosella Postorino (vincitrice del premio Campiello) a sua volta basato sulla storia vera di Margot Woelk, che da giovane fu un’assaggiatrice di Hitler, costretta assieme ad altre nove donne a mangiare i pasti destinati al Führer. (L'Eco di Bergamo)

E allo stesso tempo la riscoperta sensuale del piacere di assaporare pietanze che la guerra aveva reso inaccessibili. L’angoscia di morire consumando i pasti riservati a Hitler. (Corriere della Sera)

Fundraising per l’audiovisivo: Corso online dal 14 aprile Dal romanzo omonimo di Rosella Postorino, il primo dramma storico del regista è rigoroso ma distante dal cuore della storia e non riesce a trovare le intime corrispondenze del suo cinema migliore (Sentieri Selvaggi)