Dopo lo choc è il tempo della battaglia: Verbania difende i 150 posti di lavoro della Barry Callebaut

La notizia, giovedì mattina intorno alle 9,30, è piombata totalmente inattesa sul tavolo della sala riunione dove di solito le Rsu incontrano la direzione della sede di Intra (Verbania) della multinazionale del cioccolato Barry Callebaut. L’unica piccolissima, e per questo ignorata, avvisaglia è che il giorno prima l’azienda aveva chiesto ai sindacalisti interni di far partecipare anche i vertici… (La Stampa)

La notizia riportata su altri media

«Al tavolo è stata ribadita l'indignazione sulla decisione unilaterale e improvvisa della Barry Callebaut di chiudere lo stabilimento produttivo di Intra – si legge in una nota della Fai Cisl Piemonte Orientale –. (La Stampa)

Intanto si registra la presa di posizione di diversi imprenditori che si dicono pronti a rilevare alcuni macchinari e reimpiegare parte dei dipendenti, tra questi Andrea Saini dell’aronese Laica che si dice interessato a valutare il reintegro di alcune figure professionali compatibili con il processo aziendale oltre che di eventuali attrezzature. (VCO AZZURRA TV)

Ci sono due strade per garantire un futuro ai 150 lavoratori della fabbrica Barry Callebaut di Verbania Intra, che la multinazionale belga con sede in Svizzera ha annunciato di voler chiudere. (La Repubblica)

Domani, fanno sapere i sindacati, riprenderà l'attività lavorativa interrotta dopo l'annuncio, arrivato nella mattinata di giovedì 5 settembre, della volontà della multinazionale svizzera di chiudere lo stabilimento piemontese entro il primo trimestre del 2025. (Alto Adige)

«Viene da pensare che per Barry Callebaut la chiusura di Intra fosse già prevista da tempo e sia stata attuata creando progressivamente le condizioni tali per tentare di giustificare la decisione comunicata giovedì 5 settembre. (La Stampa)

“In due minuti ci hanno detto dall’alto che il nostro stabilimento dovrà chiudere. Uno tsunami inaspettato”. (Il Fatto Quotidiano)