Narcotraffico - Il pedigree del «cognato» di Piromalli e la paranoia del broker della Locride: chi erano i fornitori calabresi dei pusher di Messina

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LaC news24 INTERNO

Narcotraffico Dall’inchiesta della Dda siciliana emergono le figure di Gioacchino Cananzi e Antonio Strangio. Il primo avrebbe fornito cocaina ai siciliani dal 2021 (con l’inconveniente di un sequestro da 225mila euro), del secondo le indagini mostrano le cure per nascondere droga e denaro: lo smercio poteva fruttare più di 70mila euro al giorno La droga per i pusher messinesi arrivava dalla Calabria: due diversi canali, «uno proveniente dalla zona tirrenica e l’altro dalla zona jonica». (LaC news24)

La notizia riportata su altre testate

D’Amato ha lanciato un allarme, quello del consumo di droga e ha sottolineato come le due organizzazioni avessero ormai acquisito una grande credibilità sul mercato internazionale. Indagini portate avanti grazie ad intercettazioni, pedinamenti, sequestri e, abbiamo sentito, anche dell’apporto di alcuni collaboratori di giustizia. (Messina)

La pericolosa droga sintetica importata dall'Olanda e spacciata dai barcellonesi. "Una volta il clan era contrario" (Tempo Stretto)

I barcellonesi si rifornivano di droga anche in Spagna, in particolare di grossi quantitativi di hashish. Ed avevano riciclato parte dei proventi in diverse attività commerciali tra la Sicilia e la penisola iberica, messe ora sotto sequestro dalla magistratura. (Tempo Stretto)

L’infermiere e il poliziotto pony express di droga e cellulari in carcere: le consegne in ambulatorio

La Calabria era il canale preferenziale per approvvigionarsi di cocaina; per l’hashish si andava invece a Napoli, a Milano o addirittura fino in Spagna; poi c’era il canale dei Paesi Bassi da dove si faceva arrivare lo spice, una specie di cannabinoide sintetico dall’effetto psicotropo estremamente dannoso per la salute. (Eco della Locride)

I carabinieri del Comando provinciale di Messina hanno dato esecuzione, in Sicilia, Calabria, in altre località del territorio nazionale e in Spagna, a ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 112 persone (85 destinatarie della custodia cautelare in carcere e 27 agli arresti domiciliari), di cui 4 a cura della Polizia penitenziaria. (Gazzetta Jonica)

Il poliziotto Francesco La Malfa, detto Majimbù – un soprannome preso in prestito probabilmente da Majin Bu, uno degli antagonisti principali del manga giapponese Dragon Ball – e l’infermiere Enrico Pagano, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, avrebbero reso meno invalicabili i confini del carcere. (MeridioNews - Edizione Sicilia)