Contro lo sfruttamento della fast fashion, in Bangladesh sono scoppiate violente proteste dei lavoratori
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I lavoratori impiegati nell’industria dell’abbigliamento hanno dato vita a forti proteste in Bangladesh rivendicando maggiori diritti e salari più alti In Bangladesh si stanno verificando violente manifestazioni dei lavoratori nell’industria dell’abbigliamento, specialmente nelle città industriali di Gazipur, Ashulia e Hemayetpur. Le proteste stanno coinvolgendo decine di migliaia di persone che sono scese in piazza chiedendo maggiori diritti e salari adeguati. (greenMe.it)
La notizia riportata su altre testate
Il Bangladesh è uno dei paesi in cui il problema stipendi è particolarmente sentito: grazie agli ultimi provvedimenti dello Stato, gli operai delle fabbriche del fast fashion guadagneranno circa $113 al mese, una cifra che però non raggiunge i $210 mensili richiesti dei sindacati locali e che risulta ancora insufficiente per resistere al costo della vita che anche in Bangladesh diventa sempre più alto. (nss magazine)
Tutto è iniziato circa un mese fa con la richiesta di migliori condizioni salariali da parte delle operaie del settore tessile, ma la situazione si è velocemente deteriorata, con scioperi e manifestazioni repressi con la forza dalla polizia. (fashionmagazine.it)
Dacca (Agenzia Fides) - Già dieci anni fa, nel 2014, un documentario del quotidiano inglese “Guardian", dal titolo "The shirt on your back" spiegava con parole e immagini il costo umano di una maglietta di cotone, fabbricata in Bangladesh, ripercorrendo a ritroso tutta la filiera della cosiddetta "fast fashion industry", l'industria di abbigliamento basata sul consumo, cresciuto vertiginosamente negli ultimi anni nei paesi occidentali. (Fides)
Come già espresso nel precedente Comunicato rilasciato il 7 settembre scorso, non si capisce come sia possibile continuare a ignorare la presenza di circa 700 funzionari tecnici precari all’interno degli stessi Enti a cui il nuovo c. (Corriere di Lamezia)
Dhaka (AsiaNews/Agenzie) - La prima ministra del Bangladesh, Sheikh Hasina, ha rifiutato di concedere ulteriori aumenti salariali dopo le proteste dei lavoratori e delle lavoratrici delle fabbriche tessili che hanno chiesto quasi il triplo del salario scontrandosi nei giorni scorsi anche con la polizia, mentre questa mattina sono state chiuse 150 fabbriche “a tempo indeterminato”. (asianews.it)
I leader sindacali hanno espresso preoccupazione per il fatto che le sue parole avrebbero potuto provocare ulteriore violenze da parte della polizia e delle forze di sicurezza. Il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina ha risposto duramente allo sciopero dei lavoratori dell’industria tessile sulle retribuzioni, in cui vi sono stati scontri mortali. (Notizie Geopolitiche)