Fausto Sartori è esistito veramente? Chi è l'uomo che vuole uccidere Craxi in Hammamet e il suo significato nel film
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Fausto Sartori, chi è il personaggio più importante del film Hammamet e cosa rappresenta per il regista Gianni Amelio. Innanzitutto bisogna rispondere alla domanda che tutti si pongono in primissima battuta durante la visione: no, non è veramente esistito. Il ragazzo, che nella pellicola è determinato ad uccidere Bettino Craxi (interpretato da uno strabiliante Pierfrancesco Favino), viene presentato come il figlio di Vincenzo Sartori, anch'esso un personaggio inventato ma basato su un politico realmente esistito. (Corriere dell'Umbria)
Ne parlano anche altri giornali
Giovanni Nostro 24 gennaio 2025 (Liberoquotidiano.it)
Ancora oggi uno degli esempi migliori della incredibile capacità di trasformismo di Pierfrancesco Favino, il film stasera in tv – su Rai 1 alle 21:30 del 22 gennaio 2025 – è Hammamet di Gianni Amelio. (Ciak Magazine)
Fonte: ANSA/iStock Le location del film su Bettino Craxi Hammamet è il film scritto e diretto da Gianni Amelio dedicato a Bettino Craxi, interpretato da Pierfancesco Favino. (SiViaggia)
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Il film Hammamet, in onda su RaiUno, è stato girato quasi interamente nella vera villa nella quale Bettino Craxi visse il periodo dell'esilio in Tunisia fino alla sua morte, avvenuta il 19 gennaio 2000. (Corriere di Siena)
Bettino Craxi, storico leader del Partito Socialista Italiano e figura centrale della politica italiana, trascorse gli ultimi anni della sua vita in esilio ad Hammamet, in Tunisia. Dopo le condanne legate all’inchiesta “Mani Pulite”, si trasferì nel 1994 insieme alla famiglia, sperando in una riconciliazione con il Paese che aveva guidato come Presidente del Consiglio. (StatoQuotidiano.it)
La storia si sa, la scrivono sempre i vincitori, a volte con l’enfasi e il profumo del trionfo ancora fresco sulla propria pelle ma al contempo con l’onestà intellettuale che rende libero, forte e fiero un popolo e lo fa diventare Nazione, altre volte con quella unica malevola e ipocrita volontà di reclamare vendetta e non giustizia, assetati di quel sangue che la “pietàs” cristiana dovrebbe proteggere sempre e comunque e che invece finisce per inginocchiarsi vigliaccamente davanti al grido, tutto italiano, “vae victis”, anche quando la presunta belva feroce è ormai ridotta a poco più di un pesce rosso malato che nuota dentro un barattolo di vetro. (il Giornale)